Melito di Porto Salvo (RC): violenze su alunni, applicata misura cautelare (sospensione dall’esercizio del pubblico servizio) nei confronti di una maestra della scuola primaria di Palizzi (RC)

(6) Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare di sospensione dall’esercizio del pubblico servizio, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Locri su proposta della Procura della Repubblica nei confronti di un’insegnante della scuola primaria di Palizzi Marina (RC).

La misura cautelare personale eseguita, che impedirà alla maestra l’esercizio del proprio ruolo di educatrice per un periodo di 12 mesi, rappresenta l’epilogo di articolate investigazioni, anche di natura tecnica, coordinate dal Sostituto Procuratore di Locri e condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Melito Porto Salvo, attraverso le quali è stato possibile appurare, in molteplici occasioni, il perpetuarsi di maltrattamenti, percosse e minacce ingiustificate compiute dalla maestra nei confronti di alcuni alunni della scuola elementare.

La gravità della situazione è stata immediatamente colta e percepita, anche attraverso i racconti dei fatti esposti e denunciati dai genitori di alcuni bambini. Gli alunni, tornati a casa da scuola, spesso raccontavano ai propri familiari di schiaffi, calci e spinte, ricevuti ingiustificatamente dalla maestra durante le sue ore di lezione. Alcuni dei bambini, evidentemente spaventati e umiliati dalla deplorevole situazione, erano arrivati a fingere stati di malessere ovvero di chiedere espressamente ai genitori di non andare a scuola proprio nei giorni in cui l’insegnante faceva lezione.

La scioccante conferma dei fatti riportati dai minori è pervenuta attraverso la visione di alcuni filmati captati all’interno delle classi e registrati con telecamere appositamente ivi installate all’insaputa di alunni e personale.

Le immagini, infatti, hanno da subito mostrato plurimi episodi di violenza fisica, percosse e strattonamenti, nonché violenza psicologica e verbale poste in essere dall’insegnante che, sovente, utilizzava un linguaggio subdolo e scurrile, appellando i propri alunni “stupidi e maiali”, e talvolta minaccioso. In ogni caso, non consono all’educazione di bambini di tenera età.

Successivamente, i militari hanno ritenuto opportuno approfondire la situazione e con l’A.G. inquirente sono stati ascoltati i racconti dei bambini con l’ausilio di una psicologa. Durante tali colloqui, i bambini si sono aperti, facendo più volte riferimento a comportamenti offensivi, talora anche violenti, posti in essere dall’insegnante, così confermando gli elementi appresi poco prima. Gli alunni raccontavano di “una maestra cattiva”, del tutto indifferente alle sofferenze apportate al bambino fisicamente o verbalmente maltrattato. “Eravamo tutti scioccati, c’erano due bambini a terra e la maestra che gli aveva fatto male rispose che non le importava” raccontava uno di loro, mentre un altro rammentava di aver ricevuto intenzionalmente uno “schiaffo dove avevo la cicatrice di un’operazione chirurgica”.

Analizzato l’intero scenario delineatosi nel corso dell’attività investigativa, ricorrendo esigenze cautelari nei confronti dei giovanissimi studenti dell’istituto primario, specie alla luce dell’imminente avvio del nuovo anno scolastico, la Procura di Locri ha chiesto al G.I.P. l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’insegnamento, la quale è stata prontamente emessa dal Giudice competente per la durata di 12 mesi.

Elevatissima verrà mantenuta l’attenzione dei finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, affinché incresciosi episodi della specie siano evitati o prontamente repressi. La salvaguardia del diritto ad una idonea e corretta istruzione, del benessere fisico e psicologico degli studenti, è obiettivo primario oltre che investimento sul futuro del paese.

 

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Trieste: il Comandante Generale della Guardia di Finanza esprime cordoglio per l’assassinio dei due poliziotti

(5) Il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Giuseppe Zafarana, ha formulato al Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, il suo personale profondo cordoglio e quello di tutti i Finanzieri per il barbaro assassinio dei due poliziotti in servizio alla Questura di Trieste.

 

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Napoli: arrestati 7 evasori fiscali, sequestrati beni per oltre 1,5 milioni di euro

Nella mattinata odierna, al termine di una complessa indagine coordinata dalla

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – 3^ Sezione Criminalità Economica, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione del competente Tribunale, hanno dato esecuzione a 7 misure cautelari personali degli arresti domiciliari nei confronti di 7 soggetti, nonché al sequestro preventivo per equivalente nei confronti di 20 persone fisiche e 17 persone giuridiche, di disponibilità bancarie, beni mobili ed immobili, per la somma complessiva di euro 1.527.308, pari al profitto dei reati commessi. Gli arrestati si sono resi responsabili di numerosi reati fiscali, quali dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

In particolare, l’operazione odierna, è stata portata a termine dai militari del I Gruppo Napoli, impegnati nell’esecuzione delle misure cautelari personali nei confronti di 6 uomini e 1 donna ed in 24 perquisizioni nelle province di Napoli, Caserta, Salerno, Torino e Sassari. L’operazione delle Fiamme Gialle è il frutto di complesse investigazioni iniziate nel 2016, che hanno svelato il modus operandi di una consorteria criminale, con base nella provincia di Napoli.

L’architettura fraudolenta ideata dai principali indagati è nota come “frode carosello” e prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti, per un corrispettivo complessivo accertato pari ad oltre 5.000.000 di euro, tramite il coinvolgimento di società “cartiere” operanti nei più diversi settori merceologici,

legalmente amministrate da soggetti “prestanome”.

Oggetto della “frode carosello” era la compravendita di batterie per veicoli; in particolare, dall’analisi delle movimentazioni bancarie, i finanzieri hanno accertato che una società con sede in Napoli acquistava i beni da un operatore commerciale di Barcellona (Spagna), interponendo nella compravendita un soggetto giuridico “fantasma” con sede in Volla (NA), su cui sarebbe gravato l’onere del versamento dell’IVA, che mai veniva pertanto assolta. Tale meccanismo illecito ha permesso la commercializzazione nel territorio nazionale di merci (ricambi per auto) a prezzi concorrenziali.

Uno dei titolari della società, che svolgeva la funzione di missing trader, a seguito di ulteriori approfondimenti investigativi, è risultato altresì rappresentante legale di ulteriori 13 società “cartiere”, acquisite nel tempo quando oramai avevano accumulato debiti e prossime a procedure concorsuali.

Si trattava di società operanti in diversi settori commerciali (trasporti merci su strada, commercio di legnami, metalli ferrosi e non, società di costruzioni edili, commercio di molluschi), che, a richiesta, hanno emesso, per gli anni di imposta dal 2012 al 2016, fatture false nei confronti di 24 persone fisiche e/o giuridiche. Questo sistema fraudolento ha permesso la formazione di cospicui, non veritieri crediti I.V.A. e il contestuale abbattimento della imposizione fiscale realmente dovuta.

A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi, la misura patrimoniale del

sequestro per equivalente, applicata in data odierna, ha consentito di porre un vincolo reale a disponibilità finanziare esistenti su conti correnti, immobili, autovetture e quote societarie, consentendo il recupero di somme indebitamente sottratte al fisco, da parte degli indagati.

L’operazione sviluppata dalla Guardia di Finanza di Napoli si inquadra nelle linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi e insidiosi, nonché ad incrementare ulteriormente la qualità degli interventi ispettivi, integrando le funzioni di polizia economico- finanziaria con le indagini di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero di evasione fiscale.

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Campobasso: operazione “Rain Awards”, condanne per danni erariali segnalati alla Corte dei Conti

(3) A conclusione del processo contabile avviato a seguito di accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza di Campobasso, la Sezione Giurisdizionale per la Regione Molise della Corte dei Conti ha condannato quattro dirigenti della locale Azienda Sanitaria Regionale per danni erariali quantificati in circa trecentomila euro.

La vicenda si riferisce alla elargizione a pioggia di retribuzioni accessorie a favore del personale dirigente contestata dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Campobasso che delegava nel 2014 accertamenti al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza.

Le Fiamme Gialle così, nell’ambito della operazione rain awards, hanno spulciato la documentazione amministrativa della A.S.R.E.M. constatando che quattro posizioni apicali della Dirigenza avevano elargito le cd. indennità di risultato a partire dall’anno 2009 indistintamente a tutto il personale dirigente, senza alcun collegamento con la valutazione di rendimento dei singoli ovvero del raggiungimento degli obiettivi di periodo.

Le attività istruttorie, che interessavano l’arco temporale dal 2009 al 2011, condotte in stretta sinergia con il Procuratore Regionale Dr. Stefano Grossi ed il Sostituto Procuratore Generale Dr. Roberto D’Alessandro, portavano così i finanzieri molisani a segnalare un possibile danno erariale quantificato in complessivi dieci milioni di euro e, relativamente al solo 2009, di circa 1.800.000.

A conclusione dell’istruttoria condotta dalla Procura Regionale a seguito dei conseguenti “inviti a dedurre”, veniva disposta la citazione in giudizio dei dirigenti.

Su quei fatti, si esprimeva la Sezione Giurisdizionale con il collegio presieduto dal Dr. Tommaso Viciglione, che, con la sentenza n. 22/2019 accogliendo sostanzialmente le tesi della Procura Regionale, condannava i quattro dirigenti al risarcimento del danno erariale.

È importante rimarcare come l’attività della Procura Regionale della Corte dei Conti, oltre ad accertare il danno erariale, abbia prodotto il cosiddetto “effetto conformativo” ovvero l’attitudine dell’azione repressiva a provocare l’interruzione di comportamenti dannosi e l’adozione di condotte conformi ai canoni di economicità, trasparenza, efficacia ed efficienza della Pubblica Amministrazione.

Obiettivi realizzabili attraverso il rafforzamento dell’attività di contrasto agli abusi e agli sprechi nel settore della spesa pubblica – con particolare riferimento al comparto della sanità – che, inevitabilmente, incidono fortemente sui bilanci degli Enti pubblici locali, per i quali la Guardia di Finanza rappresenta il principale referente operativo della magistratura contabile proprio in quei procedimenti tesi al risarcimento dei danni cagionati alla Pubblica Amministrazione.

Nel solo anno 2018, le Fiamme Gialle molisane hanno segnalato n. 49 soggetti accertando danni erariali per oltre 16 milioni di euro.

 

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Reggio di Calabria: bancarotta Multiservizi SpA, fondi pubblici destinati alla manutenzione dei primari servizi cittadini distratti e lucrati dalle cosche, grazie agli accordi con politici e imprenditori collusi. La GdF esegue 8 arresti e sequestri per oltre 5 milioni di euro

(1) La manutenzione della rete stradale cittadina, della rete idrica, dell’illuminazione, delle scuole e dei parchi dovevano essere assicurati dai milionari stanziamenti di fondi pubblici confluiti nella Multiservizi spa. Continue reading “Reggio di Calabria: bancarotta Multiservizi SpA, fondi pubblici destinati alla manutenzione dei primari servizi cittadini distratti e lucrati dalle cosche, grazie agli accordi con politici e imprenditori collusi. La GdF esegue 8 arresti e sequestri per oltre 5 milioni di euro”

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Oristano: operazione “Ippocrate”, 4 arresti per reati contro la P.A.

(2) I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Oristano, al termine di una complessa indagine avviata nel mese di gennaio 2017 sotto l’egida della Procura della Repubblica di Oristano, hanno scardinato una organizzazione formata da personaggi politici di livello regionale, dirigenti e funzionari pubblici, capace di turbare il regolare procedimento nei concorsi pubblici per l’assunzione di varie figure lavorative presso l’Azienda Sanitaria Locale n. 5 di Oristano (ora ATS Sardegna – ASSL Oristano) nonché di veicolare illecitamente le assunzioni di personale mediante manipolazione del regolare iter procedurale di scelta dei lavoratori da parte di società di lavoro interinale (appaltatrici di servizi per la fornitura di personale ospedaliero e amministrativo).

Il sodalizio, capace di programmare e interferire illecitamente anche nelle nomine dei più alti dirigenti dell’Ente, ha pilotato numerosissimi incarichi e assunzioni pubbliche (in particolare, funzionari, coordinatori, infermieri, ostetriche, operatori socio-sanitari, lavoratori interinali) al fine di ottenere il controllo della suddetta azienda sanitaria sia ai livelli apicali, sia con ramificazioni piramidali fino alla base della forza lavoro, generando così consenso politico da riscuotere in occasione delle tornate elettorali, in virtù del posto di lavoro assicurato al favorito di turno.

In data odierna, le fiamme gialle del Comando Provinciale di Oristano hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari di custodia e interdittiva emessa nei confronti di n. 7 indagati in tutto, provvedimento finalizzato a interrompere l’attività criminosa e a inibire i contatti tra gli stessi indagati e la rete di complicità e di influenze generata nell’ambiente politico e lavorativo in cui è maturata.

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