Reggina: pensieri a confronto. Cuore & passione vs razionalità & critica
(21) con Domenico Durante. Continua il confronto tra l’amico e collega Domenico Durante ed il sottoscritto. Oggi guardiamo da ottiche diverse le ultime tre gare della nostra Reggina di sabato 21 settembre contro il Novara (1-1), di martedì 24 a Varese (1-0 per i padroni di casa) e di ieri, 28 settembre, in casa contro il Carpi (0-1). Da lontano: sono tante le squadre in difficoltà ma a Reggio si fanno troppi processi prematuri e senza soluzione di continuità, ammazzando così la creatura in difficoltà che risente di certe ostilità (non è un mio pensiero personale ma di una fonte fortemente coinvolta nel progetto Reggina); in sostanza, ci vuole un ambiente più capace di aiutare.
Da vicino: partiamo da un presupposto importante e cioè quello che la “fonte fortemente coinvolta nel progetto Reggina” non sia la stessa che ti ha clamorosamente fuorviato sostenendo che Strasser fosse rientrato con 5 kg in più dall’impegno con la sua nazionale. Se fosse la stessa sarebbe inutile andare avanti. Se, invece, è diversa, allora, l’esternazione merita qualche considerazione (ma non più di tanto perché Reggio non può avere colpe specifiche). Non è vero che “a Reggio si fanno troppi processi prematuri”, è vero invece che l’intero mondo del calcio è sotto processo. Infatti, i difetti di ogni singola squadra (dalla rosa fino all’allenatore) vengono evidenziati sin già dopo qualche giorno dall’inizio del ritiro pre-campionato. La Reggina, ovviamente, non esula dalla “regola” che tutti gli addetti ai lavori hanno dettato da moltissimi anni. Detto questo, quali potrebbero essere “certe ostilità”? Intanto, per esempio, le parole dell’allenatore che solo appena dopo la seconda gara di campionato, dice “Altro che serie A, qui dobbiamo pensare a salvarci. Ci sono almeno 12 squadre più forti di noi.” Ecco, come già ho scritto in un Editoriale (http://www.ilreggino.news/index.php?option=com_content&view=article&id=7144:reggina-gianluca-hai-sbagliato-e-ti-spiego-anche-il-perche&catid=1:editoriale&Itemid=7 ), come vuoi che si sentano i giocatori dopo che la loro guida li etichetta come squadra da 13° posto in giù (ti ricordo che la 18^, la 19^ e la 20^ retrocedono direttamente e che la 16^ e la 17^ spareggiano per non retrocedere)? Magari ha anche ragione Atzori, questo lo diranno i risultati (ad oggi tutt’altro che lusinghieri), ma dopo soli 180 minuti giocati, dopo 8 giorni da un “Granillo” con 15.000 spettatori colmi di entusiasmo, com’è possibile uscirsene con tanta freddezza e cinismo? L’uscita di Gianluca appare, quindi, assolutamente fuori luogo e, soprattutto, inopportuna in quanto a tempistica e modalità. Vedi Domenico, ho sempre pensato che ad essere deluso è chi ha aspettative. Conoscendo molto bene sia la Società Reggina (che in quanto a proclami ed a parole gettate al vento – soprattutto negli ultimi anni – non è seconda a nessuno) che l’ambiente attorno, ho imparato a sentire ma non ad ascoltare. La verità la dice solo il terreno di gioco, e basta! Atzori, tecnico certamente preparato, che entrambi conosciamo bene, ha, secondo me, un unico grande nemico: la frenesia di dimostrare a se stesso ed agli altri, a tutti i costi, che i 3 esoneri in 4 stagioni sono frutto non di proprie mancanze ma di altro. Frenesia, peraltro, che, in questo momento, lo stanno avvicinando sempre di più al quarto esonero in 5 stagioni. Come ci dicevamo telefonicamente qualche sera addietro, pochi attimi prima di un’intervista che Dario Baccellieri mi ha fatto per Touring 104, forse è vero che Atzori e la squadra viaggiano a due velocità diverse. Il primo, frenetico per i motivi di cui sopra, e la seconda con i tempi dettati dalla preparazione, dal fisico di ogni componente, dalla capacità o meno (e dalla velocità) di apprendimento di ciò che il tecnico vorrebbe. Detto questo, a parer mio, le cause dei 3 pareggi, delle 3 sconfitte e dell’unica vittoria in queste prime 7 giornate sono da attribuirsi con maggiore percentuale ad Atzori. Questo (anche) perché (ancora) non penso che la squadra attuale sia enormemente scarsa così come quella della passata stagione. Atzori lavori senza essere ossessionato dai risultati personali, si integri con la squadra ascoltandone le voci e collabori con la Società che deve vigilare, sì, ma non intromettersi tecnicamente: forse, e sottolineo forse, le cose miglioreranno ed i risultati arriveranno di conseguenza. Sempre che Atzori addivenga ai miei miti consigli.