Crisi: Cuzzola “Comuni in dissesto”
di Enzo Cuzzola*. E’ evidente come ormai in Calabria, ma non sbaglio a dire in tutta Italia, i comuni sono allo stremo, afflitti da problemi economici e finanziari, che li attanagliano e li rendono uguali o per poco o nulla differenti, nelle risultanze di bilancio. Non si contano più, nella nostra Regione, i Comuni ai quali Corte dei Conti ha inviato la diffida ai sensi dell'art. 6 del dlgs 149 2011. Dunque non una difficoltà solo reggina, ma un percorso complicato che a macchia di leopardo sta coinvolgendo gli enti locali senza lasciar speranza: penso, tra gli ultimi casi, ai Comuni di Amantea, Locri e Chiaravalle Centrale che, come Reggio, hanno appena risposto o stanno rispondendo alla richiesta “ultima” di chiarimenti sulle soluzioni individuate per evitare il dissesto.
Ma, come dicevo in premessa, l’elenco si allunga e si estende a tutta Italia, se ricomprendiamo nello stesso anche gli enti ai quali Corte Conti ha inoltrato la prima diffida ai sensi del citato decreto. Purtroppo quindi i sintomi del dissesto, quali gli squilibri di bilancio, il costante ricorso alla anticipazione di cassa, l’ incapacità di riscuotere le proprie entrate e di riconoscere i debiti fuori bilancio , sono molto diffusi e si diffonderanno sempre di più, anche a causa del pesante taglio dei trasferimenti statali dell’ ultimo triennio. Si pensi che, in detto periodo, i tagli ai trasferimenti hanno abbattuto di circa il 40% l’ammontare annuo degli stessi, senza contare l’abrogazione “nascosta” di alcune altre entrate, come l’addizionale enel. Viene allora da pensare che si i comuni hanno forse prestato, in passato, poca attenzione agli equilibri di bilancio ed ora ne pagano le conseguenze, ma dette conseguenze sono molto molto aggravate da una azione di Governo che ha “pareggiato” i propri conti scaricando la tensione sui bilanci locali. Quindi i comuni rischiano il crollo finanziario ed allora non si tratta più di porre rimedio alle allegre spese degli stessi, qui si tratta, a mio avviso, di impedire il collasso degli stessi con le pesanti ed immaginabili ripercussioni sociali sul territorio, già pesantemente devastato dai riflessi di una crisi esogena. Ripercussioni che potrebbero addirittura essere aggravata dall’ingresso sotto i vincoli del patto di stabilità dei comuni con meno di 5 mila abitanti (la quasi totalità dei comuni Calabresi). Dal canto suo il Governo ha approntato la procedura che dovrebbe aiutare gli enti ad evitare il default e molto opportunamente e' scomparsa, nell’emendamento del Senato, la limitazione all’accesso degli enti con meno di 20 mila abitanti, improvvidamente introdotta da un emendamento della Camera. Adesso tutti gli altri attori devono fare la loro parte: i comuni, in primo luogo, che devono affrontare seriamente il problema degli equilibri di bilancio e non solo per evitare l’intervento di Corte Conti; la stessa Corte Conti che deve monitorare costantemente i bilanci degli enti nell ambito di quel rapporto collaborativo che purtroppo stenta a definirisi nei contorni essenziali; la nostra Regione che deve offrire agli enti del territorio, che non hanno sicuramente risorse sufficienti, il necessario supporto tecnico scientifico, come avviene in altre realtà regionali, dove la direzione regionale enti locali offre un costante e gratuito supporto formativo e consulenziale agli enti locali. Serve, dunque, uno sforzo univoco e concentrico, evitando di alzare inutilmente un livello di allarme sociale già pesantemente condizionato. *Ex Dirigente Ragioneria Comune di Reggio Calabria.