La SoGAS sull’inserimento di Reggio Calabria tra i 26 aeroporti di interesse nazionali: Porcino “Ma allora, forse… l’aeroporto è vivo”

(15) Per non uscir di metafora l’operazione è perfettamente riuscita ed il malato è in via di guarigione… Spiacerà evidentemente a qualcuno dover prendere atto di aver sbagliato diagnosi. Esaurite le polemiche sterili, le piccole questioni di bottega rimangono i fatti. Magari anche i problemi. Insomma la realtà vera quella fatta di numeri e di dati oggettivi. Piaccia o non piaccia, l’Aeroporto dello Stretto è tra i 26 scali di interesse nazionale individuati dal Piano Nazionale degli Aeroporti riferito dal titolare del Ministero dei Trasporti in Consiglio Dei Ministri.

 

Anche se, a dire il vero, per Reggio Calabria – precisa il Presidente SO.G.A.S. SpA Carlo Alberto Porcino – si tratta di una sostanziale riconferma rispetto alle previsioni già contenute dal precedente Piano del Ministro Passera. Tutti gli aeroporti presenti in ciascun bacino, spiega il Piano, che non siano altrimenti considerati Strategici o Regionali possono essere considerati di interesse nazionale, purché si realizzino due condizioni: la prima, "che l'aeroporto sia in grado di esercitare un ruolo ben definito all'interno del bacino, con una sostanziale specializzazione dello scalo"; la seconda "che l'aeroporto sia in grado di dimostrare il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario, anche a tendere, purché in un arco temporale ragionevole". Entrambe le condizioni andranno verificate sulla base del piano industriale (la seconda anche sulla base del Piano economico-finanziario) e la verifica periodica sarà effettuata dal Ministero in collaborazione con l'Enac. Oltre all'individuazione degli scali di interesse strategico e nazionale, il Piano prevede anche altre misure: strategie di potenziamento delle infrastrutture aeroportuali e dell'accessibilità ed intermodalità; misure di razionalizzazione dei costi dei servizi aeroportuali; indica la necessità di costituire una rete per il trasporto merci basata su asset strategici; la creazione di un nuovo assetto di aviazione generale; l'aggiornamento periodico del Piano, ogni tre anni. L’Aeroporto dello Stretto – sottolinea Porcino – solo grazie all’intenso lavoro svolto in questo ultimo biennio dalla Sogas SpA, con importanti sacrifici da parte di tutti, oggi possiede entrambi i requisiti previsti dal Piano. La Società di Gestione già da quasi tre anni ha presentato in Enac un preciso Piano Industriale ricomprendente anche un Piano economico – finanziario che sta seguendo alla lettera. Sono stati internalizzati numerosi servizi prima affidati in esterno a ditte private, sono state accorpate e ridotte le aree funzionali da 4 a 2 (Progettazione e Manutenzione, Terminal e Movimento), da ben due esercizi si è centrato l’obiettivo del pareggio di bilancio segno di evidente equilibrio economico – finanziario. Questo almeno per quanto riguarda il presente dell’Aeroporto poiché ancora pesano notevolmente i forti debiti ereditati dalle passate gestioni. A questi ultimi si aggiungono oggi le evidenti difficoltà da parte delle compagnie aeree a pagare con regolarità quanto dovuto al Gestore nonché i numerosi crediti esistenti soprattutto da parte della Regione (in attesa di convenzioni APQ per 9,5 milioni, finanziamenti da legge regionale  sul Turismo riferiti all’ultimo triennio 2009-2012 ancora non erogati, ecc..ecc..) tutti fattori che vanno determinando un deficit di liquidità di cassa colmati solo grazie al costante supporto garantito dall’Amministrazione Provinciale, su volontà del Presidente Giuseppe Raffa, in qualità di socio di maggioranza anche in via suppletiva rispetto agli altri soci. L’Aeroporto dello Stretto, lo ricordiamo, ha per sua stessa collocazione geografica un suo naturale bacino di traffico che si riferisce a Calabria e Sicilia insieme. Una area urbana importante ed estesa che congloba Reggio Calabria e la sua provincia unitamente a Messina con il suo hinterland periferico e, soprattutto, con il mini Arcipelago delle Isole Eolie. Altresì, da oltre un decennio, il Tito Minniti si colloca all’interno del cluster degli aeroporti che totalizzano dati di traffico ricompresi tra le 500mila ed un milione di passeggeri con una sua specifica specializzazione. Un dato ormai consolidato ed acquisito nel tempo. L’utenza media dell’Aeroporto dello Stretto, infatti, è di tipo tradizionale e business, i collegamenti offerti dallo scalo Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova sono finalizzati fondamentalmente a specializzare lo scalo sul traffico nazionale (collegamenti point to point) con qualche parentesi internazionale soprattutto legata ad esperienze di tipo charteristico. Quello che ancora oggi chiede a gran voce l’Aeroporto dello Stretto al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e soprattutto ad Enac – evidenzia Porcino – è di essere messi in condizione di poter competere alla pari con gli altri aeroporti di interesse nazionale, per poter stare sul mercato senza penalizzazioni oggi anacronistiche. In primo luogo, si attendono ancora con ansia le promesse e previste modifiche da apportare all’AIP Italia (Aircraft Parking Docking Chart) che è il documento consultato da tutti i piloti e dalle compagne che descrive tutte le caratteristiche ed i limiti delle infrastrutture aeroportuali, grazie alle quali si potrà formalmente evincere l’avvenuta mitigazione delle precedenti prescrizioni in ordine alle limitazioni a terra (ground)  e in volo, soprattutto in materia di abilitazioni aeroportuali.  Per parte del Gestore tutto il possibile è stato fatto. Per aprire a nuove compagnie aeree tali modifiche sono un requisito fondamentale. Altresì, il Gestore si riferisce ovviamente alla tanto attesa definizione dell’iter relativo al rilascio della Concessione Totale o trentennale. Un fattore che consentirebbe una ulteriore e migliore pianificazione degli investimenti, una accelerazione decisa rispetto alla prevista privatizzazione parziale dello scalo, senza trascurare le inevitabili ripercussioni positive in ordine economico e finanziario. Per questo ultimo aspetto basti ad esempio considerare che l’ammontare dei diritti per singolo passeggero oggi introitati dal Gestore si riferisce ancora a previsioni economiche risalenti al 2003 (pari al 50% di quanto dovrebbe essere) sicuramente penalizzanti rispetto a quanto accade oggi in altri aeroporti simili al Tito Minniti. Infine, sul fonte del consolidamento e dell’ulteriore sviluppo del Network dei collegamenti domestici nazionali già attualmente presenti ed operati presso lo scalo, nonché della prospettiva legata alla apertura di nuove rotte, la Società di Gestione evidenzia come è costante l’interlocuzione attiva con diverse compagnie aeree che continuamente manifestano interesse ad operare presso lo scalo. Un qualificato supporto assicurato e fornito dagli uffici Sogas a tali compagnie che figurano essere, peraltro, proprio le stesse che hanno aderito alla ultima manifestazione di interesse promossa dal Dipartimento Turistico Regionale. In totale sono ben undici le compagnie aeree aderenti l’avviso che verranno invitate a formulare una loro offerta tecnica per le azioni di co – marketing .   Com’è quindi evidente – chiosa Porcino – i risultati prima o poi arrivano. Segno che la Sogas non ha certamente bisogno di facili Cassandre, ricette o qualunquismi di maniera, bensì di idee concrete ed attuabili in tempi brevi, qualora esistano. Idee e proposte sulle quali siamo sempre aperti, disponibili e pronti al confronto.  

 

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Reggio di Calabria: Liberi di Ricominciare, Ferrara “TARES, ultimatum ai Commissari: incontro subito o la Città scenderà in piazza. Informato il Prefetto”

(14) Erano le 10:30 quando ieri una delegazione della neocostituita confederazione capitanata dal Movimento Liberi di Ricominciare, ha protocollato a Palazzo San Giorgio e in Prefettura un “ultimatum” ai commissari per tentare di aprire un confronto fortemente voluto dall’intera città.

Paolo Ferrara: “È arrivato il momento di dire basta a questo arrogante metodo di gestire la cosa pubblica, senza alcun dialogo e peggio ancora senza minimamente ascoltare le esigenze del cittadino. I commissari devono incontrarci entro questa settimana insieme ad un pool di esperti che la confederazione mette a disposizione per ridare serenità alla nostra città. In caso contrario ci organizzeremo a scendere in piazza già nella prossima settimana, ma non invocando alla disobbedienza civile come fanno altri, ma semplicemente per difendere i diritti e la nostra dignità calpestata da una triade senza scrupoli. Abbiamo messo a conoscenza anche Sua Eccellenza il Prefetto. Quotidianamente la nostra sede è affollata da gente che vuol sapere cosa occorre fare. Reggio è confusa e lo è ancor di più a causa delle cattive informazioni emanate ad arte da chi, oggi, cerca disperatamente di raccogliere consensi senza prospettare in alcun modo una tutela giuridicamente valida. Addirittura c’è chi per avere una semplice fotocopia priva di alcun valore, lascia anche un contributo economico a sostegno dell’errata iniziativa!!!”. Questa scandalosa situazione ha fatto scaturire – in modo unanime – a tutti i componenti della neonata confederazione la decisione di divulgare la verità, divulgarla in modo serio e professionale con professionisti capaci di rispondere a qualsivoglia quesito in merito a questo famigerato e illegittimo tributo. Partire dalle periferie, proprio da quei territori oggi dimenticati da tutti e in particolar modo dal limitato operato di un’arrogante commissione che sta segnando in modo quasi indelebile il futuro della nostra città. Ed è proprio da Modena dove insieme all’amico Bruno Caridi – già Presidente di Circoscrizione e attuale Presidente dell’Associazione ProVII – che domani giovedì 16 alle ore 17:00 presso il campo sportivo si terrà la prima tappa di assemblea pubblica “Vogliamo una giusta Tares” con la presenza di esperti che illustreranno alla cittadinanza le anomalie riscontrate nella “richiesta di saldo” recapitata e le possibili azioni giuridico-amministrative da perseguire. Questi appuntamenti saranno sviluppati in modo itinerante e in pochi giorni raggiungeranno tutti i territori della nostra città.  Ecco perché domani saranno presenti anche gran parte dei Presidenti di Circoscrizione. “Solo attraverso la conoscenza è possibile sapere cosa è giusto fare”. La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.

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Reggio di Calabria: Cuzzola “Il problema dirigenza pubblica”

(13) di Enzo Cuzzola*. Renzi pensa ad una dirigenza pubblica fatta solo di esterni, incaricati con contratti a tempo determinato. Dibattendo delle cause degli scioglimenti dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa, nonché dei rimedi e della inefficacia della norma relativa, da più parti, si sente dire che uno dei rimedi sarebbe il commissariamento della dirigenza.

 

Certamente la dirigenza, che sia interna (cioè a tempo indeterminato) ovvero esterna (cioè a tempo determinato e nominata dalla politica), è fatta di soggetti capaci e di soggetti meno capaci, in entrambi le categorie. Per cui non è assumibile una regola generale di inefficienza della dirigenza interna. Ora a prescindere, in questa sede, dalla analisi di inefficienze, colpe, responsabilità, ci piace soffermarci su due aspetti. Il primo è che la riforma Bassanini, quella per intenderci che aveva come obiettivo la separazione tra attività di indirizzo (lasciata alla politica) ed attività di gestione demandata alla dirigenza, è stata un complessivo fallimento. Ma chi può permettersi il lusso, in questo contingente momento di ingovernabilità vera e di crisi finanziaria, di pensare a ulteriori riforme in questo settore. Il secondo aspetto è che sicuramente la politica ha una capacità di indirizzo maggiore sulla dirigenza esterna, dalla stessa nominata, e quindi può più facilmente pensare di poter raggiungere gli obiettivi che si propone. Ma è anche vero che la politica non ha mai utilizzato gli strumenti per interdire e spezzare l’autoreferenzialità della dirigenza interna. Infatti la politica non ha mai utilizzato gli strumenti di pianificazione e controllo delle performance, ma ha preferito, forse per ragioni meramente clientelari, distribuire risultati e  correlate indennità  “a pioggia”. La politica non ha mai adottato e attuato seri strumenti di programmazione e di indirizzo. La politica infine non ha mai adottato, neanche negli enti dove per le dimensioni non sarebbe un problema, veri meccanismi di rotazione della dirigenza, peraltro oggi previsti dalle norme anticorruzione. Infine a completamento della proposta, da me qualche giorno fa illustrata, per la modifica della norma sugli scioglimenti dei comuni a pericolo di infiltrazione mafiosa, preciso che sono d’accordo sulla sospensione anche della dirigenza, ma intesa come destinazione momentanea in comando temporaneo presso la prefettura competente ( o altro ente da questa individuato) e sostituzione con dirigenti provenienti da altri enti, meglio se fuori territorio. Anche perché pensare ad una sospensione, tout court , della dirigenza può diventare un ulteriore fattore di danno finanziario, dato che, spesso, il personale, dipendente dalla PA, ove  sospeso è stato poi reintegrato dalla Magistratura, con conseguente pagamento di retribuzioni non lavorate, quindi danno oltre la beffa. *Fondatore Associazione Dialogo Civile e già dirigente settore Finanze del Comune di Reggio Calabria.

 

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Reggio di Calabria: Popolari e Liberali “Reggio, degrado sociale ed economico senza precedenti”

(11) La città di Reggio Calabria sta vivendo un periodo di degrado sociale ed economico senza precedenti. E’ il pesante  quadro emerso nel corso di una riunione del Coordinamento cittadino dei  Popolari e Liberali  di Reggio Calabria che nei giorni scorsi riunitosi alla presenza del  Coordinatore regionale on. Giovanni Nucera.

 

“La vicenda Tares, sulla quale abbiamo deciso di intervenire con una serie di proposte che illustreremo presto ai componenti la triade commissariale della città – ha affermato nel corso di una breve introduzione il coordinatore regionale Giovanni Nucera – è solo l’ultima di una serie di prese di posizione dei Popolari e Liberali della città di Reggio. Già nei mesi scorsi – ha ricordato Nucera – abbiamo denunciato l’insostenibile tassazione che grava sui cittadini di Reggio, preannunciatasi con l’acconto Tares di agosto e con le cartelle riguardanti i tributi del servizio idrico integrato.  Balzelli insostenibili ed assolutamente incompatibili con i livelli di reddito  che pongono la nostra città, e soprattutto la nostra provincia, agli ultimi posti della classifica nazionale”. “E’ in atto una vera e propria operazione di macelleria sociale – è stato detto nel corso delle riunione – che non si riuscirà a mitigare soltanto con la concessione della rateizzazione del saldo Tares 2013, considerando che entro la primavera saranno recapitate nelle case delle famiglie reggine le nuove cartelle 2014, che si annunciano ancora più gravose. Ma quel ancora  peggio è considerare che all’aumento  vertiginoso delle tariffe, inerenti il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, il servizio idrico e la depurazione, non ha avuto come controparte un miglioramento degli stessi”. Nelle scorse settimane i Popolari e Liberali della città di Reggio sono stati più volte costretti a segnalare e denunciare condizioni di abbandono e degrado di molti luoghi simbolo della città. Basti ricordare piazza Milano, nella zona Sud della città, spazio urbano posto all’interno di una zona residenziale pubblica. Un’oasi di verde che avrebbe dovuto rappresentare il luogo di incontro per i residenti di un’area ad alta urbanizzazione. E’, invece, diventata un luogo inaccessibile e poco raccomandabile. La mancata manutenzione del verde, degli spazi pubblici, delle strutture, panchine e impianti di illuminazione, offrono ancora oggi un  panorama desolante. E come Piazza Milano, oggi a Reggio, molti altri spazi di vita sociale risultano forzatamente sottratti alla  pubblica fruizione. Persino i tratti delle nuove piste ciclabili realizzate lungo alcune arterie cittadine non sono mai risultate pienamente utilizzabili, a causa di parcheggi selvaggi e cumuli di rifiuti che dai cassonetti ormai colmi invadono strade e marciapiedi. “Non è questa la città che vogliamo –è stata la dura conclusione della riunione – nell’analizzare anche la situazione di decadimento in cui versa il manto stradale di molte arterie del centro e della periferia. Non si può andare avanti con piccoli rattoppi che non  risolvono nulla. Molte strade hanno bisogno di interventi radicali, per renderle sicure e adeguate alla circolazione di auto, e soprattutto scooter, i più vulnerabili, in questa condizione”. La riunione si è conclusa con la decisione di richiedere un incontro alla triade commissariale prefettizia al Comune di Reggio Calabria, perché si vada al di là della semplice ristrutturazione contabile dell’amministrazione cittadina, e si guardi ai reali bisogni ed alle effettive esigenze della città e dei suoi cittadini. Il Coordinamento cittadino dei Popolari e Liberali di Reggio Calabria.

 

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Reggio di Calabria: Liberi di Ricominciare “Commissari con voi lo Stato ha fallito. Vergognatevi!!!”

(12) Riceviamo e pubblichiamo. È proprio vero, al peggio non vi è mai fine. Oltre all’incremento del 30% delle tariffe sui trasporti pubblici locali (dovuto all’attuazione della legge regionale n.56 del 30 dicembre 2013), da qualche giorno il personale ATAM con serrati e aggressivi controlli ritira ai passeggeri ultrasettantenni il tesserino per la gratuita circolazione.

 

“Dovete pagare! State viaggiando senza biglietto! Devo farvi la multa!” queste sono le frasi “convenzionali” utilizzate dai controllori, umiliando naturalmente i cittadini che, increduli e esasperati, si vedono negare l’ennesimo diritto. “La città deve reagire e tirare fuori l’orgoglio. Manca solo che i commissari inventino una tassa per chi passeggia su corso e lungomare!!!” Non è più plausibile di subire un regime dittatoriale adottato, sin dall’insediamento, da una Commissione Straordinaria che, con ogni azione e deliberazione, sta quotidianamente cancellando qualsivoglia forma di democrazia. Persino chi – in una prima fase – elogiava la venuta della terna prefettizia come grande segnale di speranza, oggi invece si dissocia dal loro sordo e, a quanto pare, miope atteggiamento amministrativo-burocratico che favorisce un degrado che sta divenendo quasi irreversibile. Con Liberi di Ricominciare sin dal giugno dello scorso anno, in più occasioni, abbiamo chiesto vari incontri ai commissari con l’obiettivo di attivare un dialogo costruttivo a sostegno del loro operato, magari creando anche una collaborazione, costruendo insieme un percorso in perfetta sintonia che tenesse soprattutto conto delle istanze provenienti dai territori. Azioni obbligatorie per dare a Reggio la concreta opportunità di ricominciare. Abbiamo persino messo a disposizione della triade il nostro “ufficio mobile” – un camper provvisto di tutte le tecnologie di nuova generazione – necessario a perlustrare e conoscere le “lontane” periferie oggi più che mai distanti anni luce dalla città. Nonostante ciò come risposta abbiamo ricevuto sempre assordanti silenzi. Questo modus operandi non va più bene, la città è stremata ed ancor di più lo sono i cittadini. A pagare non può essere sempre il più debole!!! Avete cancellato i servizi al cittadino incrementandone vertiginosamente i loro tributi, avete deciso di recuperare somme a danno di dipendenti e lavoratori, ma ora prendervela addirittura con gli ultrasettantenni… Questa è un'azione che non vi perdoneremo mai!!! Confidiamo bonariamente in una immediata revoca di questo diritto negato, in caso contrario anche noi, emulando altri movimenti, inviteremo stavolta l’intera città a scendere in piazza a tutela di chi, a causa di vostre azioni prive di scrupoli, si vede calpestare la propria dignità. Paolo Ferrara: “Vorrei rivolgere una pubblica domanda ai commissari: la l’ATAM la pgara la TARES?” “Sanno i commissari che la loro deliberazione n.223 del 26 novembre 2013 “regolamento per la disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi” prevede l’applicazione del tributo per locali o aree scoperte con qualunque uso? E in particolar modo sanno che proprio l’articolo 7 comma 2b prevede il pagamento per i posteggi? Non credo proprio, sono “solo” somme messe in bilancio, ma mai… … e ora pretendono di recuperare facendo pagare gli ultrasettantenni. Commissari con voi lo Stato ha fallito. Vergognatevi!!!”

 

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Reggio di Calabria: Liberi di Ricominciare, la proposta delle “larghe intese” incassa la partecipazione di numerose realtà civiche e politiche.

(10) Lo slogan coniato dal Movimento Liberi di Ricominciare “la Tares non ha colore politico” piace. Lo dimostra il fatto che stamane numerosi movimenti, comitati spontanei e partiti politici – contrastanti per ideologie e schieramenti – hanno aderito all’iniziativa di “larghe intese” affollando la sede del movimento promotore.

 

Presenti da Pietro Morabito Presidente di “Cittadinanza Mediterranea” a Bruno Caridi già Presidente della VII circoscrizione e leader dell’Associazione “Prosettima”, da Massimo Tramontana espressione dei “Giovani in Movimento” di Peppe Bova a Sergio Allevato Segretario regionale di “Fare per Fermare il declino”, da Pietro Marra Presidente del “Movimento Autonomo Alternativo” a Salvatore Varano Presidente del “Movimento Ideali e Libertà”, da Carlo Castellani per “Fiamma Tricolore” a Angela Romeo dei “Riformisti Italiani”. Presenti anche Mimmo Violi Presidente del “Comitato Spontaneo di Sala di Mosorrofa” e Antonio Morabito Presidente del “Comitato Spontaneo di Ravagnese”. Ha aderito all’iniziativa anche Vittorio Caminiti Presidente di “FederAlberghi Calabria”. Assenti giustificati Bruno Amaddeo Presidente del “Movimento Civico Rhegion” e Giuseppe Baronetto Segretario del Partito Repubblicano.  Sin da subito tra i partecipanti si è evidenziata la grande positività sull’iniziativa fortemente voluta dal movimento di Paolo Ferrara che, finalmente, da la possibilità di far “reagire” la nostra città stimolando così un’intera popolazione dilaniata e orami allo sbando.  “In questo momento bisogna mettere da parte tutto ciò che ci ha diviso, bisogna prendere atto che la città è decaduta in modo quasi irreversibile. I servizi sono assenti ed i tributi sono alle stelle tanto da farci conquistare primati nazionali. I problemi non hanno colore politico, i problemi devono essere risolti. La questione TARES è un problema davvero serio. Le drastiche scelte dei Commissari, in questi ultimi mesi, hanno tolto la tranquillità a gran parte della popolazione reggina. La scadenza del 24 si avvicina, non bisogna perder tempo. È necessario attraverso la nostra intesa comune cercare di attivare un dialogo costruttivo con i commissari contrastando il sordo e arrogante atteggiamento che ha privato la città di ogni forma di democrazia”. Grandiosa la proposta formulata da Bruno Caridi, Mimmo Violi e Antonio Morabito con la quale chiedono, sin da subito, di programmare appuntamenti itineranti nei territori per illustrare ai residenti le corrette strategie giuridico-amministrative necessarie a garantire la tutela del cittadino. “Ciò è d’obbligo soprattutto per contrastare le azioni di comodo di soggetti volti solo ad una propaganda populista e millantatoria”. Dura e collettiva è stata infatti la totale disapprovazione dell’operato di alcuni movimenti che incitano i cittadini alla “disobbedienza civile” mediante azioni ribelli, senza alcuna proposta giuridicamente valida.  I cittadini “illusi” da azioni populiste promosse da soggetti pseudo ribelli che incitano a sottoscrivere istanze in autotutela in merito alla riduzione delle tariffe e alla rideterminazione delle somme richieste a titolo di pagamento della TARES, ai sensi dell’articolo 14 del Decreto Legge 201 del 6 dicembre 2011, sono vittime di una scellerata azione illegittima priva di alcuna tutela. Infatti i numerosissimi malcapitati che hanno aderito a tale azione difensiva in realtà non hanno fatto altro che “autodenunciarsi” confermando di aver ricevuto l’avviso di saldo TARES. Tale azione “condanna” il cittadino a pagare il contributo richiesto. Il tempo è trascorso velocemente e con entusiasmo e con grande spirito di collaborazione, altro che grandi intese.  La riunione è stata chiusa programmando tempestivamente una seconda fissata già per lunedì 13 ore 19. Collettivo è stato il pensiero preventivo di una partecipazione ancora più notevole per il bene della città. È proprio il caso di dire: buona la prima!

 

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Lavoratori precari: appropriazione indebita dall’INPS

(9) di Enzo Cuzzola*. Con la Legge di Stabilità n.147/2013, al comma 491, sono entrate in vigore dal 1 gennaio 2014 le nuove aliquote gestione separata INPS 2014.

 

In particolare tali aliquote già soggette ad aumento progressivo dell’1%, sono state leggermente ritoccate, è stata fatta una ulteriore distinzione tra lavoratori autonomi titolari di Partita Iva e lavoratori autonomi privi di Partita IVA. Le Nuove aliquote gestione separata INPS dovute, a decorrere dal 1° gennaio 2014, dai collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla Gestione separata, sono le seguenti: collaboratori già iscritti ad una gestione previdenziale obbligatoria e titolari di pensione: 22%; collaboratori privi di altra tutela previdenziale, ma titolari di partita iva: 27,72%; collaboratori privi di altra tutela previdenziale, ma privi di partita iva: 28,72%. Le percentuali sopra indicate sono state introdotte, come detto, dalla legge di stabilità, che ha anche previsto per l’anno 2015 l’aumento dal 22% al 23,5% per i soggetti già iscritti ad una gestione obbligatoria e per i titolari di pensione. Fin qui nulla da eccepire, come nulla da eccepire per quanto riguarda la introduzione, nel 1995, dell’obbligo di una contribuzione previdenziale anche per i soggetti sopra elencati, che costituiscono la schiera, purtroppo sempre più folta, dei lavoratori precari. Ma, il 6 gennaio dalle pagine di Italia Oggi, Marino Longoni lanciava l’allarme sull’inutile versamento dei contributi Inps da parte dei precari, iscritti alla gestione separata, che probabilmente non conseguiranno mai il diritto a pensione. “Ci sono in Italia un milione di lavoratori che stanno versando contributi previdenziali, anche piuttosto salati, ma inutilmente. Non riusciranno mai, infatti, a maturare il diritto ad una pensione. Si tratta della quasi totalità dei lavoratori a progetto, dei lavoratori autonomi occasionali, dei collaboratori parasubordinati e altre categorie di minor rilevanza. Insomma di quasi tutti i lavoratori che versano i loro contributi alla gestione separata Inps. Il problema di costoro è tutto richiuso in un concetto piuttosto tecnico, quello di “minimale contributivo”. In sostanza a loro viene accreditato un mese di contributi, validi ai fini pensionistici, solo se dichiarano un reddito di almeno 1.295 euro al mese, e su questo ci versano i relativi contributi (nel 2014 l’aliquota è salita al 28,72%). Se il loro reddito è invece, per esempio, la metà di questa cifra, ci vorranno due mesi di lavoro per mettere insieme un mese di contributi. E così via. A parte gli amministratori, la stragrande maggioranza di coloro che versano alla gestione separata non arriva a questi livelli di reddito. Quindi rischia seriamente di versare contributi senza riuscire mai a maturare un diritto alla pensione. Ma siccome il peggio non ha mai fine, nei prossimi anni l’aliquota contributiva, che già è salita dal 10% al 28% in meno di vent’anni, è destinata ad arrivare al 33% entro il 2018. Aumentando così i contributi versati a perdere”. Ora va bene tutto, come va bene che detti contributi siano versati, ma bisogna che la politica ogni tanto si occupi anche di problemi seri ed intervenga per introdurre una clausola di salvaguardia, che preveda la restituzione in unica soluzione di quanto versato,maggiorato delle opportune rivalutazioni, qualora alla data del pensionamento non si consegua il relativo diritto. Altrimenti si verificherà, in molti casi, una appropriazione indebita da parte dell’Inps, con la complicità dello Stato. *Fondatore Associazione Dialogo Civile e già dirigente settore Finanze del Comune di Reggio Calabria.

 

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Reggio di Calabria: Liberi di Ricominciare “TARES: larghe intese per il bene della Città”

(8) Con lo slogan “la Tares non ha colore politico” il Movimento Liberi di Ricominciare nella scorsa settimana lanciava la grande “sfida” a tutte le realtà civiche e politiche, proponendo loro un incontro per attivare un costruttivo dialogo necessario a concretizzare – in perfetta armonia – le dovute azioni giuridico-amministrative per tentare di risolvere questa incresciosa situazione frutto di scellerate scelte della triade commissariale.

 

Contro ogni pronostico e, in particolar modo, contro tutti i negativi pareri degli “esperti” della politica che percepivano, sin da subito, il totale fallimento di questa ardua proposta, il Movimento Liberi di Ricominciare è riuscito nuovamente ad andare oltre ogni previsione. Infatti domani (sabato 11c.m.) ore 10:30 presso la sede del Movimento sita in via argine destro Calopinace n.3 si terrà il primo incontro tra più forze civiche e politiche per sviluppare gli interventi indispensabili a tutelare e difendere l’intera città con valide soluzioni risolutorie a queste drastiche scelte dei Commissari che, in questi ultimi mesi, hanno tolto la tranquillità a gran parte della popolazione reggina. Paolo Ferrara: “è con grande entusiasmo che annuncio per domani la storica convocazione di un impensabile incontro a “larghe intese” tra forze civiche e politiche che hanno davvero a cuore il bene della nostra città. Il forte segnale di apertura dimostrato dai protagonisti di tutte queste “diverse” realtà evidenzia come il buon senso prevalga su qualsivoglia restrizione idealista. I problemi non hanno colore politico, i problemi devono essere risolti. Siamo invece totalmente contrari al costante invito alla “disobbedienza civile” da parte di alcuni movimenti che incitano i cittadini ad azioni ribelli, senza in alcun modo proporre alcuna tutela giuridicamente valida. Solo attraverso un’intesa comune sarà possibile provare a contrastare il sordo e arrogante atteggiamento col quale la Commissione Straordinaria ci ha privato di ogni forma di democrazia”.

 

 

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Reggio di Calabria: Giordano (“stanco e incazzato”) “Meno tasse, più servizi”

(7) di Giuseppe Giordano*. «Reggio Calabria è una città in declino». È stato detto? È stato detto! «Reggio Calabria è una città senza lavoro». È stato detto? È stato detto! «A Reggio Calabria non c’è una lira». È stato detto? È stato detto! Di tutto e di più è stato detto su questa città, che negli ultimi anni ne ha subite di ogni.

 

Dalle bombe piazzate un po’ qua e un po’ là all’onta dello scioglimento di Giunta e Consiglio comunali per contiguità con la ‘ndrangheta, la prima volta per una città capoluogo. Un triste primato. Ovviamente tralasciando il macrocontesto in cui Reggio è inserita: crisi, calo dei consumi, chiusura di aziende, disoccupazione, ecc., ecc., ecc. Per mettere una pezza in questa enorme falla, i nostri cari governi romani, sempre vicini alle esigenze degli italiani, come sappiamo, hanno deciso di mandarci i tre commissari prefettizi. Ma, come spesso accade, specie in Italia, la toppa è peggiore del buco. «Tranquilli! Rimetteremo i conti in ordine e faremo pulizia» avevano detto. Benissimo! Viva i commissari! Peccato solo che di pulizia non se n’è vista neanche l’ombra, con le tonnellate di rifiuti riverse in ogni quartiere, con le strade piene di buche manco fossimo ad Aleppo dopo un bombardamento e con tutti gli altri disservizi, dall’acqua (mai potabile, ci mancherebbe!) all’illuminazione pubblica ai trasporti. Come se non bastasse, recentemente i nostri tre Babbi Natale ci hanno portato in regalo il salato conto di Tares e Canone Acqua, mentre il Befano Peppe (Scopelliti) uno strepitoso aumento del costo di biglietti (la cui validità temporale è pure diminuita da 90 a 75 minuti) e abbonamenti Atam di addirittura il 30%, passando da 1 a 1,30 € per i primi e da 27 a 35 € per i secondi. Avremmo preferito il carbone! Già solo negli ultimi quattro giorni, l’autobus della linea 12 (Polo sanitario-Archi Gullina, per intenderci) ha saltato “puntualmente” la corsa delle 7.20, un orario cruciale per studenti e lavoratori che devono recarsi a scuola o sul posto di lavoro, provocando ai medesimi disagi di non poco conto, soprattutto per coloro i quali vivono nelle zone più periferiche, com’è appunto Via Gullina, costringendoli letteralmente a una corsa contro il tempo per arrivare puntuali a destinazione. 4 giorni su 4 dopo aver pagato 35 € di abbonamento per un servizio inesistente!!! E poi dicono che dobbiamo usare i mezzi pubblici per non ingolfare il centro! Quello stesso centro in cui occorre pagare gabelle esorbitanti per poter parcheggiare. Agli stessi prezzi, e anche meno, il Comune di Milano offre servizi assolutamente migliori, comprensivi di metropolitana e tram. Viste le dimensioni della città, visto che siamo sempre stati trattati da cittadini di serie b e visto che i nostri giovani hanno ricominciato a fuggire in massa verso il Nord o addirittura verso l’estero, non è che chiediamo pari servizi! Che ce ne facciamo di una metropolitana (ammesso che si possa fare) se nel giro di qualche anno qui non rimarrà più nessuno? Però le cose elementari come quelle sopra elencate… diamine, quelle sì! A quel prezzo per di più! Sarebbe giusto, no? E invece no! “Più tasse, meno servizi”. Questo è il motto dei nostri amministratori. Ma, a fronte di questo netto peggioramento delle generali condizioni dei reggini, specie in un momento quale quello attuale, in cui le casse non solo comunali, ma soprattutto delle famiglie sono vuote, come si fa a pretendere di aumentare le tasse? Come si fa a non istigare il popolo, con l’insofferenza che monta, a insorgere, in primis mediante lo sciopero fiscale, se non mediante atti addirittura più drastici e violenti? I nostri decisori non si rendono conto delle difficoltà in cui versa la popolazione? Non vedono che si tratta di una vera e propria vessazione? O è proprio quello che vogliono? Stiano attenti, però! La pazienza è davvero al limite. E lo scorso dicembre, alla manifestazione avvenuta a Piazza Italia per protestare contro la Tares, ne abbiamo avuto una prima avvisaglia. Basta poco per accendere la miccia. *Uno delle migliaia di cittadini stanchi e incazzati.

 

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Scioglimento dei Comuni per mafia, una legge da rivedere. Le proposte di Cuzzola (Dialogo Civile)

(5) di Enzo Cuzzola*. ‘’È una legge che merita di essere rivista perché non risolve i problemi. Cioè sciogliere i Comuni significa quasi mettersi contro la popolazione che lo avverte come un sacrificio alle proprie scelte.

 

Un provvedimento ablatorio e ablativo delle proprie scelte, e questo secondo me va evitato. Bisogna tornare ai vecchi sistemi, cioè il controllo sulla legittimità degli atti. Bisogna mettere una Commissione che esamini gli atti, che sia il vecchio Coreco o la Prefettura poco importa, ma probabilmente bisognerebbe estendere il controllo anche nel merito degli atti. Io non do colpa allo stato, ma al legislatore che dovrebbe riadattare la legge alla realtà, che nel frattempo è cambiata’’. (Prefetto Piscitelli su legge scioglimento comuni, conferenza stampa di saluto alla città di Reggio Calabria). Anche il Procuratore Cafiero De Rhao ha sollevato serie critiche e dubbi circa la validità e la efficacia della attuale normativa, sugli scioglimenti dei comuni per mafia. Non siamo d'accordo con la soluzione prospettata dal Prefetto. Non abbiamo bisogno di una ulteriore ingerenza delle Prefetture negli enti locali, né di una ulteriore forma di sospensione della democrazia. Ci mancherebbe che le Prefetture entrino nel merito degli atti. Esistono già i sistemi di controllo che vanno implementati. Come esistono le misure per evitare che la criminalità organizzata tenti di infiltrarsi, leggasi codice antimafia e norme anticorruzione. Intanto le Prefetture dovrebbero meglio organizzarsi per rendere funzionale ed efficiente il sistema di certificazione antimafia. Altra cosa sarebbe una Commissione di verifica e monitoraggio che affianchi gli enti locali a rischio, ovviamente disciplinando correttamente la "dichiarazione" di rischio, evitando che diventi una ulteriore arma di lotta politica da parte delle opposizioni, che perdendo sempre le elezioni tifano per gli scioglimenti, fermo restando la pronuncia di decadenza, per quegli amministratori individuati responsabili, da sostituire facendo scorrere le graduatorie degli eletti, sia per evitare inutili costi per le elezioni, sia per non compromettere la stabilità amministrativa, sia per non penalizzare le persone perbene, sia per togliere l'arma "ricattatoria" alle opposizioni. Allora bisogna passare dalle parole ai fatti, ecco perché, di seguito lancio la mia proposta di rivisitazione della norma, aperta ovviamente a tutti gli emendamenti migliorativi che dovessero pervenire, da sottoporre al Ministro Alfano, affinché provveda a far  varare al Governo apposito disegno di legge. A mio avviso, ma ripeto ogni ulteriore proposta è ben accetta, bisognerebbe rivedere l’impianto normativo nei seguenti punti. Proposta per l’accesso. La proposta per l’accesso spetterà sempre alla locale Prefettura e sarà decretata dal Ministero dell’Interno, sentita, entro un termine prestabilito, la Conferenza Unificata Stato, Regioni , Enti locali. Commissione d’accesso. Nominata dal Ministro, sarà composta da tre soggetti in rappresentanza del Ministero ed integrata da due membri, da nominare entro un termine prestabilito, designati uno dall’Ente locale interessato, fra soggetti estranei al Consiglio, uno dall’Anci regionale. Scioglimento. Lo scioglimento sarà decretato dal Ministero dell’Interno, sentita , entro un termine prestabilito, la Conferenza Unificata Stato, Regioni , Enti locali. Conseguenze. Le conseguenze, oltre tutte quelle altre previste per legge, saranno la pronuncia di decadenza degli amministratori responsabili, la loro sostituzione con i primi dei non eletti nelle rispettive liste di appartenenza, la nomina di una apposita Commissione di verifica degli atti e della gestione, al cui parere va sottoposto ogni atto, appunto di indirizzo o di gestione che sia. Naturalmente, per il momento, è solo un canovaccio di discussione, sul quale confrontarsi tutti per stendere una proposta completa e definitiva. *Fondatore Associazione Dialogo Civile e già dirigente settore Finanze del Comune di Reggio Calabria.

 

 

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Reggio di Calabria: Cuzzola (Dialogo Civile) “Dissesto degli enti locali, un dramma da evitare”

(4) di Enzo Cuzzola*. ll dissesto rappresenta per una comunità territoriale un evento sicuramente nefasto. Perché, a prescindere dagli aumenti di aliquote e tributi, destinati al solo ripiano dell’indebitamento pregresso, non si riesce mai a soddisfare pienamente le pretese dei creditori,

 

spesso rappresentati da imprese ed artigiani locali, che in tale evenienza rischiano seriamente anche la loro stabilità occupazionale, compromettendo irrimediabilmente l’economia e l’occupazione locali, già seriamente compromesse dalla spaventosa crisi che si sta attraversando. Infatti le procedure di dissesto in corso, malgrado lo stanziamento di 100 milioni di euro, a favore delle stesse, disposto dal decreto legge 35/2013, stentano a chiudersi e probabilmente non si chiuderanno mai, dato che l’articolo 31, comma 15 della Legge 289/2002, ha abrogato la possibilità di far ricorso al mutuo per finanziare la massa passiva del dissesto. In effetti, attualmente, il mutuo può coprire solo debiti di parte capitale o anche debiti di parte corrente, solo però se sorti antecedentemente alla riforma costituzionale del 2001. Il Consiglio di Stato è intervenuto sulla questione, con riferimento al comune di Paola, con l’ordinanza n. 1152/2013 emessa dalla V Sezione il 27 marzo 2013, affermando che il dissesto è un evento di carattere eccezionale e drammatico nella vita dell’Ente comunale, perché cede parte della sua autonomia allo Stato Centrale che penetra nell’Ente con una Commissione Straordinaria di Liquidazione, che gestirà tutte le passività, inoltre il Comune perde la propria capacità di autodeterminazione nelle normali scelte amministrative ed è obbligato, per i cinque anni successivi alla dichiarazione, a predisporre delibere, non revocabili, di aumento massimo di tutte le aliquote/tributi e tasse, inoltre vi è l’obbligo di riduzione drastica del personale in eccedenza, il divieto di nuove assunzioni, il congelamento dei crediti e delle procedure esecutive e dei pignoramenti, il blocco assoluto dell’accensione di nuovi mutui o finanziamenti e il taglio dei servizi indispensabili (mense scolastiche, scuolabus, interventi sociali, etc.). Prosegue poi il Consiglio di Stato indicando all’Ente la via da seguire: evitare in ogni modo la dichiarazione di dissesto attraverso il ricorso ai mezzi legali predisposti dal Legislatore. Allora perché fare fallire un ente locale, espressione esponenziale della collettività. In questo particolare momento, la norma, nata con il decreto legge 174/2012, sul riequilibrio finanziario pluriennale, ha rivelato tutta la propria utilità, dimostrata dal crescente utilizzo che gli enti ne fanno. Ben farebbe allora il Legislatore a puntare sulla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, sopra citata, in luogo dell’obbligo al dissesto, guidato da Corte dei conti. Il dissesto cosiddetto guidato è stato introdotto dal comma 2, dell’articolo 6, del decreto legislativo 149/2011. Detta norma prevede che, qualora dalle pronunce delle sezioni regionali di controllo della Corte dei conti  emergano  comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria, violazioni degli  obiettivi  della finanza pubblica allargata e irregolarità contabili o squilibri  strutturali del bilancio dell'ente locale in grado di provocarne il dissesto finanziario e lo stesso ente non abbia adottato, entro il termine assegnato dalla  Corte dei conti, le necessarie misure correttive previste la competente sezione  regionale,accertato l'inadempimento, trasmette gli atti al Prefetto e alla  Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica.  Ove  sia  accertato,  entro  trenta  giorni  dalla predetta trasmissione, da parte della  competente  sezione  regionale  della Corte dei conti, il perdurare dell'inadempimento da parte  dell'ente  locale delle citate misure correttive e la  sussistenza  delle  condizioni  di  cui all'articolo 244 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 267del 2000, il Prefetto  assegna  al  Consiglio,  con  lettera  notificata  ai singoli consiglieri,  un  termine  non  superiore  a  venti  giorni  per  la deliberazione del dissesto. Stante, allora, che la via della adozione del piano pluriennale di riequilibrio appare la più  percorribile, anche se sicuramente la più onerosa  (nel profilo dell’impegno gestionale per la amministrazione attuale e le future, dato che é comune esperienza infatti che le amministrazioni, con il ricorso alla ordinaria procedura di dissesto, finiscono per essere sgravate da tutta una serie di azioni tendenti al risanamento, continuando nella loro azione scarsamente produttiva, mentre con la procedura di riequilibrio sentirebbero il fiato sul collo della amministrazione e dei cittadini), sarebbe utile che il Legislatore provvedesse alla modifica della procedura del dissesto guidato. Dato quindi, che la Calabria è la Regione che ha, da sempre, registrato il più alto numero di dissesti, come è la Regione a più alto rischio attuale di dissesto negli enti locali, lanciamo un appello a tutti i Parlamentari Calabresi, di qualunque forza politica, affinché affrontino la problematica. In luogo del dissesto guidato, si potrebbe infatti introdurre, con opportuna modifica dell’articolo 6 sopra citato, l’obbligo della procedura decennale di riequilibrio. In sostanza, all’emergere di  comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria, violazioni degli  obiettivi  della finanza pubblica allargata e irregolarità contabili o squilibri  strutturali del bilancio dell'ente locale in grado di provocarne il dissesto finanziario, Corte Conti provvede a diffidare gli enti ad adottare un piano di riequilibrio. Sanzionando l’omessa adozione nei termini assegnati con lo scioglimento del Consiglio comunale e la nomina del commissario ad acta, così come avviene per la omessa approvazione dei bilanci. Tuttavia, dato che con la modifica, si vuole salvare le amministrazioni e non gli amministratori, questi ultimi, quando ritenuti responsabili del dissesto, andrebbero adeguatamente sanzionati pecuniariamente, mai con la ineleggibilità, sanzione questa troppo strumentalizzata dalle opposizioni che spesso tifano a favore del dissesto,senza farsi scrupolo dei danni che provocano. *Fondatore Associazione Dialogo Civile e già dirigente settore Finanze del Comune di Reggio Calabria.

 

 

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Reggio di Calabria: TARES, Cuzzola “Tanta confusione… voluta”

(3) di Enzo Cuzzola*. Chiamato in causa dalla Federazione provinciale del Pd, sul tema Tares, mi vedo costretto a ribadire alcuni concetti, non senza aver premesso, che mentre i redattori della nota, si appellano ad una clima di distensione, nell’interesse della città, continuano a provocare addebitando a chicchessia colpe e responsabilità, mai provate.

 

Il sottoscritto è stato dirigente del settore finanze per un solo anno, nel chiaro intento, realizzato, di evitare il dissesto, che come “ormai” ribadito anche dal Consiglio  di Stato, costituisce l’ultima spiaggia per una comunità locale. E veniamo a ribadire che il meccanismo di determinazione della Tares è molto semplice. Bisogna determinare un primo valore, che è il costo complessivo del servizio, nel quale confluiscono tutti i costi (le imprese che curano il servizio, i diritti pagati al commissario per l’emergenza ambientale, il costo del personale dell’ufficio tributi, un accantonamento per l’insoluto presunto, ecc.). Determinato questo costo complessivo si divide per il numero dei metri quadri imponibili in tutto il comune. Si ottiene così la tariffa unitaria a metro quadro, che corretta per alcuni coefficienti, darà la tariffa per le utenze domestiche e quella per le utenze non domestiche. Quindi mai e poi mai, nel meccanismo di calcolo di Tares entrano i debiti pregressi pagati. Ma anche su questo fronte si continua a fare confusione, volutamente o meno, ma si fa, malgrado le differenze, fra i debiti ed il disavanzo siano state più volte chiarite. Un conto è il disavanzo, cioè il divario tra entrate ed uscite (di competenza, cioè semplicemente maturate) pregresse, un conto sono i crediti e debiti ancora da riscuotere e pagare. Infatti i crediti sono la differenza tra le entrate maturate e quelle riscosse (perché pagate da chi doveva) ed i debiti sono la differenza tra le uscite maturate e quelle effettivamente pagate ( a chi erano dovute). Ora i pagamenti che il comune ha fatto per circa 97 milioni di euro, non sono il disavanzo, infatti gli stessi corrispondono a somme regolarmente impegnate negli anni pregressi. Mai e poi mai possono essere entrati o possono entrare o possono minimamente determinare la quantificazione della Tares. Ma mai e poi mai hanno a che fare con il disavanzo. Parliamo in sostanza di valori diversi e dal diverso significato contabile e logico. Ripeto. Il disavanzo è il divario tra entrate e spese maturate negli anni. I debiti sono gli importi riferiti ad uscite maturate ma non ancora pagate, probabilmente perché non sono stati riscossi i crediti maturati, che ne avrebbero consentito il pagamento. Per questo nasce lo sblocca crediti (dl 35/2013, al quale tutte le amministrazioni, su tutto il territorio nazionale, hanno fatto ampio ricorso). Il costo del servizio che è l’importo sulla base del quale si quantifica poi la tariffa Tares. Tre valori che tra loro non hanno alcuna reale interferenza, tre valori che non hanno neanche nulla di omogeneo. Ma infine devo confessare che non capisco come possano essere stati quantificati nel preventivo 2013, maggiori trasferimenti per 18 milioni, stante che i trasferimenti  per il 2013 sono costituiti dal fondo di solidarietà, che come si vede dal documento allegato (consultabile da chiunque sul sito della Finanza Locale del Ministero dell’Interno) diminuiscono consistentemente passando dai circa 32,8 milioni del 2012 ai circa 27,4 milioni del 2013. Ecco passiamo alle cose serie e preoccupiamoci di far rivedere la quantificazione della Tares, nel vero interesse dei nostri concittadini. *Ex dirigente del settore Finanze Comune di Reggio Calabria.

 

 

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Reggio di Calabria: un cittadino “La rovina della città sono i cittadini che hanno vivamente timore di diventare protagonisti nel cambiamento”

(1) Riceviamo e pubblichiamo. Prime ore del nuovo anno, tutti stanno festeggiando e sperando in un anno migliore, ci si dimentica della crisi: si deve festeggiare! L’età non conta, i pub servono da bere in continuazione.

 

Si vedono barman che danno da bere agli assetati il più velocemente possibile. Il motto doveva essere: “Prima bevi, prima me ne chiederai un altro”! Non è tutto così per fortuna. Gruppi di amici, senza alcun bicchiere in mano, ridono e scherzano ricordando feste e anni passati; coppie di tutte le età fanno una serena passeggiata, magari per digerire il cenone, e di tanto in tanto si fermano a guardare l’improvvisata cubista sul tavolo che avrà alzato un po’ il gomito diventando l’idolo della serata. Fin qui tutto normale, ognuno è libero di fare ciò che gli pare. Si continua a passeggiare, osservare ed ecco che il reggino medio si fa riconoscere. Fuori da un locale molto noto ai giovani, la mia attenzione si ferma su di una massa di gente che, in cerchio, osserva qualcosa che sembra molto interessante. Passano pochi secondi e la massa si dilegua, il film è finito, non c’è più niente da guardare. Proprio in quel momento appare l’attrattiva, un corpo steso a terra! Nell’avvicinarmi tempestivamente al corpo continuo ad osservare. Quanta gente sta passando accanto al corpo, lo guarda, sorride e continua a camminare. Avvicinatomi al corpo, sembra privo di conoscenza, cerco di percepire qualche segno di vita; scopro il volto coperto dal cappuccio del giubbotto, il sangue sgorga dal naso e gli occhi sono chiusi. Viene allertato il 118! Procedo con il primo soccorso aspettando l’ambulanza. Mentre continuo ad osservare, si è formato di nuovo il cerchio di spettatori che non muovono un dito, ma li senti, stanno commentando quello che vedono e ciò che avevano visto poco prima. C'è chi grida al malcapitato “Alzati e vai via che non hai niente, se viene la Polizia mi crei solo problemi”; c’è chi cerca di far valere il buon senso facendo notare che la persona a terra, che è un marocchino, non è autosufficiente. Il soccorso avanzato arriva, il malcapitato, che intanto ha ripreso conoscenza, ha bisogno di punti di sutura su naso e sopracciglio sinistro. Continuo a valutare la scena, deformazione professionale oppure semplice voglia di cambiamento? A terra noto un ombrello rotto, il manico di legno è spezzato. Tutto fa pensare, ma la mia mente continua a sottolineare l’operato della popolazione reggina, bravissima a lamentarsi di ciò che la città non dà (lavoro, opportunità, diritti …), ma che continua a non fare niente per cambiare. La rovina della città sono i cittadini che osservano volentieri uno spettacolo ma che hanno vivamente timore di diventare protagonisti nel cambiamento. Un cittadino (lettera firmata).

 

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Reggio di Calabria: Tares illegale e spropositata. Emergenza rifiuti ad Arghillà. Il Comitato di Quartiere chiede ai Commissari ed alla AVR i motivi della mancata raccolta e dei criteri di priorità utilizzati

(2) Riceviamo e pubblichiamo. La Tares così come applicata dal Comune di Reggio Calabria è illegale e spropositata ma è stata”provvidenziale” per far maturare nei cittadini la piena consapevolezza della sistematica violazione del patto Stato–Cittadino, ormai insopportabile, con tasse alle stelle per servizi da terzo mondo.

 

 

Il Coordinamento di Quartiere di Arghillà, composto da cittadini e  associazioni della zona, si rivolge alla on.le Commissione Prefettizia e alla AVR che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, per segnalare per l’ennesima volta la grave situazione igienico sanitaria, testimoniata dalle foto che si allegano,  dovuta alla mancata raccolta dei rifiuti in tutta la zona e chiede un incontro urgente. A fronte di una situazione in parte normalizzata nel centro cittadino, e di una Tares più che raddoppiata rispetto alla Tarsu del 2012,  il Comitato di Quartiere, che ha sede nella Parrocchia di S. Aurelio di Arghillà, chiede di conoscere i motivi che hanno comportato lo scempio attuale documentato dalle foto scattate giovedì 2 gennaio 2014 dai cittadini del quartiere che si sono rivolti al Comitato per protestare e per avere delle informazioni sul perché di tale sospensione del servizio nonché sui criteri adottati nello scegliere le zone della Città da ripulire. Il comunicato di AVR del 31 dicembre che  parla di “impianti parzialmente fermi che creano nuove difficoltà nella gestione dei rifiuti” non assolve l’Ente impositore, anzi, conferma espressamente, qualora ce ne fosse bisogno, quello che è sotto gli occhi tutti da mesi, da anni: l’assoluta incapacità del Comune di Reggio Calabria e dei soggetti da esso scelti e/o amministrati di erogare un servizio minimamente accettabile ai contribuenti reggini, ai quali ora presenta un conto stratosferico ed illegale assolutamente non giustificato dai risultati. Le Associazioni e i cittadini di Arghillà già nei mesi scorsi, a fronte dell’ennesima mancata raccolta dei rifiuti, si erano resi protagonisti di un’azione dimostrativa di pulizia e spazzamento autogestita il cui motto era “Volevamo Arghillà pulita… ce la siamo pulita da soli!”, evidentemente non apprezzata dagli amministratori. Il Coordinamento di Quartiere  si associa e condivide la civile protesta portata avanti da movimenti e associazioni di consumatori che hanno già individuato profili di illegittimità nella Tares di Reggio Calabria e nel suo regolamento applicativo, che non disciplina  le riduzioni al 20% obbligatoriamente previste dalla legge 214 del 2011 (art. 14 comma 20 dl 201) per le ipotesi di grave inadempimento, e non prevede neanche le riduzioni e le agevolazioni in casi di disagio familiare o di interruzione del servizio (ma solo per le utenze fuori dal perimetro di raccolta , e  solo con una percentuale minima. A titolo informativo, il Comune di Roma prevede sgravi fino al 60 % per casi analoghi, con modalità precise di segnalazione). Il tributo Tares è per altro radicalmente nullo in quanto retroattivamente determinato con deliberazione del 26 novembre 2013  a valere per il periodo gennaio dicembre 2013, e perciò in contrasto con lo Statuto del Contribuente, legge 212 del 2000, di rango costituzionale, il cui art. 3 così recita:”Le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo. Relativamente ai tributi periodici le modifiche introdotte si applicano solo a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore delle disposizioni che le prevedono”. Il Comitato sollecita un immediato intervento e una pronta risposta da parte dei Commissari Straordinari, impegnati nell’ improbo compito di dover far fronte ad innumerevoli emergenze, e ribadisce che i cittadini hanno quantomeno il diritto di sapere esattamente quali sono i motivi di tale situazione, che nel caso specifico vede anche gli spazi adiacenti la Chiesa e  le giostrine dei bambini circondati da cumuli di spazzatura maleodorante , come testimoniato dalle foto. Il Comitato invita gli on.li Commissari, la AVR o loro delegati, a visitare il quartiere di Aghillà sia per rendersi conto delle gravi carenze strutturali presenti che per prendere atto delle attività di socializzazione che i cittadini e le associazioni della zona stano effettuando, di concerto con il Comitato e con la Parrocchia, per migliorare il grado di collaborazione con le Istituzioni, alle quali offrono la più ampia disponibilità e fiducia che però deve essere ricambiata sia  a livello di riduzione ad equità dei tributi che di fornitura di un servizio impeccabile e comunque almeno pari alle zone centrali della città. Il Coordinamento vorrebbe inoltre fornire il proprio contributo al Comune di Reggio e alle società addette ai servizi ambientali nell’opera di sensibilizzazione e informazione dei cittadini circa il rispetto delle normative, degli orari, delle modalità più corrette e proficue di conferire i rifiuti nella zona, soprattutto ora che è stata avviata , sulla carta, la raccolta differenziata. Finora tutti gli appelli inviati agli assessori prima e ai commissari dopo, sono stati ignorati. A tal fine chiede un incontro per avere tutte le notizie, le prescrizioni e i suggerimenti  utili nonché del materiale informativo da distribuire ai cittadini,volendo da un lato contribuire a diffondere la cultura dell’ambiente, dall’altro essere pienamente consapevoli dei DIRITTI del cittadino, con gli orari, le modalità e la tempistica della raccolta dei rifiuti e dello spazzamento delle strade, delle sanzioni previste per gli inadempimenti, attività che verranno da oggi quotidianamente monitorati dai cittadini stessi, anche con foto postate via smartphone sul sito facebook. Con l’auspicio che anche in tutti i quartieri si avviino iniziative simili di denuncia, verifica e controllo sull’operato dei signorotti di turno. Il portavoce del Coordinamento di Quartiere, Carmelo Idone.


 

 

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Reggio di Calabria: Germanò (Nuovo Centro Destra) “Rrifiuti per strada, conferiamo sotto casa dei dirigenti comunali”

(171) di Franco Germanò*. Continua il fetore e il rischio di contrarre malattie per la enorme quantità di rifiuti lasciati colpevolmente marcire lungo le strade della città, soprattutto in periferia. Ci si chiede perché, si prova a capire quali possano essere le cause di tale disservizio, si leggono note stampa e inserzioni a pagamento nei mezzi di comunicazione, si riflette e poi si decide di approfondire.

 

Leggiamo che l’AVR, la società incaricata dal Comune di Reggio Calabria alla raccolta dei rifiuti urbani, comunica urbi et orbi che il disservizio è causato dall’impossibilità di conferire presso i siti di Sambatello e Pianopoli che non funzionerebbero a regime. Se così fosse, gravi sarebbero le responsabilità dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria. E proprio per verificare la fondatezza di tali affermazioni, mi sono premurato di interloquire con i massimi vertici del Dipartimento Regionale all’Ambiente anche per cercare di capire se potessero essere avviate iniziative atte a far superare le criticità. Con mia enorme sorpresa e con profondo disappunto, non ho potuto far altro che constatare la falsità delle comunicazioni dell’AVR e le gravi evidenti responsabilità che non possono passare sotto silenzio. Risulta infatti agli atti della Regione Calabria, così come peraltro reso noto con una nota stampa dal Dipartimento Ambiente, la dichiarata disponibilità, comunicata agli uffici competenti del Comune di Reggio Calabria e alla stessa AVR, ad autorizzare il conferimento di rifiuti sia a Pianopoli che a Sambatello  senza alcun limite e con le modalità ritenute più congrue. A tale disponibilità, la risposta da parte di chi avrebbe dovuto immediatamente predisporre la raccolta della spazzatura dalle strade della città, è stata la impossibilità a procedere per problemi legati all’organizzazione interna dell’azienda. Tutto ciò è dimostrato da atti ufficiali, da colloqui intercorsi nella giornata del 24 dicembre tra il Direttore Generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria e i competenti uffici del Comune di Reggio Calabria. Vergogna! La città, anche in questo settore, subisce un ulteriore schiaffo da parte di una struttura burocratica del Comune. Strade colabrodo, rifiuti per strada, tre quarti di città al buio, erbacce e cespugli spontanei dappertutto, verde pubblico abbandonato, opere pubbliche non completate. E’ evidente la responsabilità di questi burocrati che, con superficialità, incompetenza, interessi personali inducono in errore anche i Commissari che spesso assumono decisioni supportate da atti e documenti prodotti in maniera surrettizia da questi personaggi. Lungo sarebbe l’elenco, a partire dal discutibile “Contratto di valorizzazione urbana” dell’area Nord della città (che contiene incongruenze, incompatibilità procedurali, strani e sospetti interventi misti pubblico-privato), per proseguire con l’utilizzo di imprese citate nella famosa relazione della Commissione d’accesso (delle due l’una, o tali imprese sono pulite e quindi non valgono le censure della Commissione, oppure la contiguità risiede nella struttura amministrativa…), continuando con il blocco delle procedure di vendita del patrimonio edilizio residenziale e della definizione delle pratiche del condono edilizio (che avrebbero assieme garantito un introito di almeno 40 milioni di euro in un solo anno). Per non citare poi le grandi opere pubbliche, frutto della operosità e della programmazione  delle amministrazioni comunali che hanno governato la città negli ultimi anni, ferme stranamente al palo, tranne probabilmente per ciò che concerne la liquidazione delle indennità spettanti ai tecnici e ai burocrati comunali coinvolti. Questi signori, che probabilmente in queste ore staranno trascorrendo le festività natalizie in qualche località esotica, non si preoccupano di imporre alla società AVR il rispetto dell’obbligo di procedere alla raccolta dei rifiuti e anzi consentono che, per “la sua organizzazione interna” (della stessa AVR), la città sia sommersa dai rifiuti. Basta! Chiediamo ai commissari che siano accertate possibili responsabilità, che vengano rimossi dai loro incarichi i dirigenti e i funzionari che si siano eventualmente resi colpevoli per tutto ciò che si è determinato in città e che con immediatezza si dia seguito alla disponibilità della Regione Calabria ad autorizzare il conferimento dei rifiuti in misura illimitata nei siti di Pianopoli e Sambatello e si proceda quindi alla raccolta dei rifiuti, liberando la città almeno per il capodanno. Alle forze politiche, tutte, dall’estrema sinistra all’estrema destra, propongo un patto d’onore. Chiunque sarà chiamato a governare la città dopo le elezioni che si svolgeranno al termine del Commissariamento, dovrà come primo atto intervenire in maniera risoluta per eliminare tutto ciò che di negativo esiste nelle strutture tecnico-burocratiche del nostro Comune, a tutela anche delle tante persone perbene, capaci, competenti che con grande abnegazione e spirito di servizio operano all’interno della macchina amministrativa comunale. *Nuovo Centro Destra, già Assessore ai Lavori Pubblici.

 

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Liberi di Ricominciare: “La questione TARES non ha colore politico. Il tributo, così come richiesto, non è dovuto. Invitiamo i cittadini a non procedere al pagamento perché riteniamo sia illegittimo”

(170) In queste settimane si stanno susseguendo innumerevoli interventi solidali per il ricevimento dell’avviso di saldo TARES 2013. Sull'argomento si è udito, in città, uno scomposto starnazzare di diverse parti politiche tutte interessate a mettere il cappello sulla legittima protesta della cittadinanza, ma senza dare agli interessati spiegazione alcuna sui motivi per i quali è legittimo protestare.

 

Liberi di Ricominciare, senza proclami e senza grancasse, si sta adoperando a predisporre le azioni giuridico – amministrative necessarie a chi volesse proporre opposizione. Nel contempo si è già fatta formale richiesta di un incontro con i commissari per discutere e chiedere la revisione, in autotutela dell’amministrazione delle tabelle applicate, nonché per far illustrare all’intera popolazione le procedure di calcolo utilizzate che hanno determinato gli esorbitanti valori del tributo richiesto. Fa riflettere, però, la “competizione” verso la paternità di un’idea e/o di una proposta, piuttosto che tentare di trovare un’intesa necessaria ad affrontare in modo unitario le scellerate scelte della triade commissariale. In particolare l’atteggiamento bizzarro di soggetti politici o pseudo tali – volto a denigrare l’operato di qualsivoglia altro individuo che tenti di affrontare questa esasperata tematica (http://ildispaccio.it/reggio-calabria/35061-pagamento-tares-a-reggio-morabito-sel-paolo-ferrara-si-autodenunci, fonte www.ildispaccio.it del 24.12.2013) – evidenzia in modo palese l’obiettivo di sfruttare i disagi di una città stremata. Disagi probabilmente “essenziali” per acquisire spazi necessari ad una propaganda elettorale millantatoria e populista. Il movimento Liberi di Ricominciare, fin dalla sua nascita a San Luca lo scorso 2 giugno, ha come unico obiettivo ascoltare la gente illusa negli anni da una politica affaristica e di interesse. “Siamo nati tra la gente comune, con la missione di tutelare i loro diritti ed essere realmente i promotori del rinnovamento”. Non siamo in cerca di “momenti di gloria”. Stare con la gente e tra la gente è quello che  quotidianamente stiamo dimostrando con fatti e azioni concrete, a differenza invece di chi con semplici attestazioni di solidarietà “pretende” visibilità. Vertenza PEO  e TARES sono solo alcuni esempi del nostro operato. Proprio in merito a queste tematiche abbiamo attivato i nostri legali per tentare di trovare valide soluzioni risolutorie a queste drastiche scelte dei Commissari che, in questi ultimi mesi, hanno tolto la tranquillità a gran parte della popolazione reggina. Analizzata la questione TARES siamo convinti dell’illegittimità della richiesta in quanto non conforme, giuridicamente parlando, a quanto stabilito dalle leggi n. 212 del 27 luglio 2000 “Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente”, dall’articolo 14 “istituzione del contributo comunale sui rifiuti e sui servizi” del Decreto Legge 201 del 6 dicembre 2011, dalle deliberazioni 223 e 224 del 26 novembre 2013 della Commissione Straordinaria del Comune di Reggio Calabria. È noto che ai cittadini di Reggio Calabria sono stati notificati degli avvisi di pagamento per il saldo del tributo TARES relativo all’anno 2013. Il modo in cui questi avvisi sono formulati dimostrano una preoccupante, per la città, carenza amministrativa. Negli stessi, infatti, è possibile reperire numerosissimi motivi di nullità e illegittimità. Riteniamo che il tributo, così come richiesto, non sia dovuto. Invitiamo i cittadini a non procedere al pagamento perché con forza riteniamo sia illegittimo. Siamo al fianco dei cittadini di Reggio per fornire ogni delucidazione concreta. Vista la notevole carenza amministrativa dimostrata dall’ente e, soprattutto, viste le innumerevoli azioni di ricorso previste in opposizione alla legittimità del saldo TARES richiesto, abbiamo deciso di  inviare una richiesta di “verifica preventiva” alla Corte dei Conti affinché si eviti un’emulazione del danno erariale già subito per anni dall’ente con la “costante” condanna in merito ai ricorsi dei famosi “photored”. I cittadini prima di tutto. La questione TARES non ha un colore politico, la questione TARES deve essere risolta. Ecco perché nella prossima settimana cercheremo di essere i promotori di un incontro con tutte le forze civiche e politiche che, come noi, quotidianamente si stanno prodigando ad affrontare questa calda e difficile tematica, convinti che urge un’intesa comune necessaria a portare avanti il nostro unico obiettivo: il bene della nostra città. Paolo Ferrara: “son convinto dell’adesione in massa a questa proposta di aggregazione necessaria ad affrontare in modo unitario le scellerate scelte della triade commissariale. Già nella prossima settimana la prima convocazione. Eventuali non adesioni confermerebbero invece possibili azioni di comodo di soggetti volti solo ad una propaganda populista e millantatoria”.


 

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Reggio di Calabria: la Vigilia di Natale, l’Aeroporto dello Stretto ed il fantasma del recente passato

(169) C’è un pesantissimo passato economico–finanziario legato alle ormai trascorse gestioni SO.G.A.S SpA che aleggia come un fantasma dispettoso sull’Aeroporto dello Stretto e spesso ritorna prepotentemente a far sentire tutti i suoi effetti negativi.

 

E lo fa questa volta purtroppo sulla pelle dei dipendenti della società di gestione che da tre mesi attendono il pagamento degli stipendi. È di questi giorni, infatti, l’iniziativa assunta dal Presidente della Provincia Giuseppe Raffa di deliberare, nella misura di euro 225 mila, un contributo straordinario destinato a favorire lo sblocco del pagamento degli stipendi ai dipendenti Sogas e Sogas Service. Com’è a tutti noto si trattava di un contributo “provvidenziale”, proprio alla vigilia di Natale. Purtroppo, però, ha finito col subire un vero e proprio “agguato”, espletato a mezzo pignoramento verso terzi promosso dall’avv. Maria Grazia Bottari nel tentativo di accaparrarselo quasi nella sua totalità. L’avvocato Bottari è una professionista molto nota in città ed è figura ben conosciuta anche in ambiente SO.G.A.S. dove, grazie alla fiducia e la stima di alti sponsor politici bipartisan, ha espletato la sua attività di consulenza legale durante le gestioni riferite al periodo ricompreso dagli anni 2007 fino al 2010. Non soddisfatta di avere già provveduto nei mesi scorsi a bloccare tutti i conti correnti della SO.G.A.S, venuta a conoscenza dell’iter di liquidazione che gli uffici della Provincia stavano lentamente apprestandosi a definire, magari quasi certamente con largo anticipo rispetto al resto dell’opinione pubblica, ha inteso promuovere questa sua nuova azione noncurante del fatto che le somme pignorate fossero destinate al pagamento degli stipendi arretrati del personale, e dovessero essere erogate giusto a ridosso del santo Natale. Nasce cosi il tentativo di pignoramento presso terzi per il recupero delle somme dalla stessa pretese non già, ad esempio verso altri debitori Sogas, quali Alitalia o Blu Panorama, bensì guarda caso proprio presso l’Ente Provincia di Reggio Calabria, finendo di fatto col vanificare gli sforzi compiuti dal Presidente Raffa per sbloccare con tale nuova liquidità il pagamento di una parte degli stipendi. Trattasi di una vicenda, com’è evidente, dai contorni troppo sfumati che quasi sicuramente è destinata ad essere approfondita presso altre sedi competenti. Un comportamento che lascia decisamente l’amaro in bocca al Consiglio di Amministrazione della Società di Gestione dell’Aeroporto dello Stretto che, nonostante tutto e  pur dovendo temporaneamente fare a meno di tale prezioso contributo della Provincia di Reggio Calabria, si è speso assumendosi personalmente responsabilità ed oneri, garantendo il pagamento di una mensilità prima del giorno di Natale. C’è da dire che, in realtà, occorre complimentarsi per la solerzia e l’attenzione dimostrate in questa occasione dall’avv. Maria Grazia Bottari.

 

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Reggio di Calabria: TARES, Paolo Ferrara (Liberi di Ricominciare) “Denunceremo i Commissari alla Corte dei Conti. Il loro atteggiamento arrogante e privo di democrazia arrecherà un grande danno erariale all’ente già vissuto negli anni precedenti

(168) La Commissione Straordinaria alla guida di Palazzo San Giorgio ha prorogato al prossimo 31 dicembre la scadenza per il pagamento della maggiorazione TARES precedentemente prevista per la data odierna.

 

Un provvedimento o meglio una “cura palliativa” che appare quantomeno opportuna solo perché, ancora oggi, moltissimi cittadini non hanno ricevuto i modelli di pagamento. Silenzio tombale invece per le procedure di calcolo che hanno portato la fantomatica Città Metropolitana priva di qualsivoglia servizio, a pretendere dai propri cittadini il pagamento dei tributi con un incremento pari al 121,1% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati forniti da Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL, Reggio Calabria passa dai 240,12 euro del 2012 alla stangata degli attuali 531. Cifra che ha conquistato il primato come valore medio per nucleo familiare più alto d’Italia. Grazie al nostro attacco dei giorni scorsi verso la terna commissariale – che sottolineava anche l’incapacità gestionale di un’amministrazione oramai allo sbando, che pretende dal contribuente, come indicato nell’avviso recapitato, di ottenere il pagamento mediante un’unica soluzione senza in alcun modo prevedere la facoltà di rateizzazione degli oneri dovuti, violando ancora una volta principi giuridici di base oramai consolidati – la Commissione Straordinaria è stata costretta a correre immediatamente ai ripari deliberando la possibilità di rateizzazione del saldo TARES 2013 in tre possibili soluzioni 16 gennaio, 16 febbraio e 16 marzo, in alternativa al pagamento in unica soluzione con termine ultimo già fissato per il 31 dicembre 2013. Paolo Ferrara: “C’è chi ingenuamente applaude con enfasi a tale scelta disconoscendo forse che questa soluzione da noi definita “cura palliativa” è un obbligo al quale la stessa amministrazione doveva non solo prevedere, ma addirittura indicare già nell’avviso inviato ai contribuenti. Al Movimento “Liberi di Ricominciare” non basta aver ottenuto la rateizzazione (che di certo favorisce il contribuente alleggerendolo rispetto al pagamento in unica soluzione) in quanto non soddisfa in alcun modo la nostra certezza: l’illegittimità dell’avviso di saldo TARES 2013. Molti esponenti politici stanno cercando di “risolvere” la questione incitando la popolazione ad una sommossa. I problemi non si risolvono scendendo in piazza, i problemi di qualunque natura essi siano, devono essere risolti con un pacifico e costruttivo confronto. In un paese democratico e, soprattutto, in una città metropolitana guidata da Prefetti – se tale opportunità non dovesse essere consentita – la mancanza di dialogo evidenzierà ancora una volta il “regime dittatoriale” con il quale i Commissari hanno finora scelto di utilizzare, dimenticandosi forse che il popolo è sovrano. Se persevererà il “silenzio” col quale oramai i commissari ci hanno abituato, solo in tal caso invocheremo i cittadini a scendere in massa in piazza, ma sino ad allora cercheremo, dando l’esempio, di ragionare utilizzando la testa e “screditando” con forza quegli eventuali millantatori che invece incitano la rivolta. A tal proposito lunedì invieremo alla Commissione Straordinaria una richiesta bonaria chiedendo che vengano illustrate pubblicamente le procedure di calcolo che hanno determinato l’ottenimento di questi valori TARES da primato nazionale. Pretendiamo chiarezza nei confronti di quei cittadini che pur di adempiere al pagamento di questi tributi si dovranno privare di festeggiare in modo adeguato il santo Natale. Consentite, QUESTO CI È DOVUTO!!! Ecco perché anziché scendere in piazza a sostegno di chi crede di poter risolvere il problema utilizzando un atteggiamento arrogante – emulando quello finora utilizzato dai commissari – abbiamo deciso di convocare la cittadinanza, alla stessa ora dello stesso giorno del sit-in, per illustrare insieme ai legali e ai tecnici del Movimento “Liberi di Ricominciare” le motivazioni per le quali l’avviso di saldo TARES inviato dal comune è da ritenersi illegittimo, pertanto nullo. La motivazione che ci ha spinto ad essere qui oggi è illustrare tutte le anomalie che insieme ai nostri legali abbiamo scoperto e ci hanno dato la possibilità di affermare la totale illegittimità dell’avviso di saldo. Specificatamente: in una recente dichiarazione i commissari sulla TARES hanno affermato “ricordiamo che si tratta di un tributo dello Stato e i Comuni hanno l’esclusivo obbligo di trasmettere ai cittadini i relativi modelli di pagamento”. Nulla di più falso. I comuni hanno l’obbligo di effettuare le corrette “procedure di calcolo” ai sensi dell’articolo 14 del Decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011, per poi comunicare mediante uno schema analitico dettagliato l’importo effettivo del tributo dovuto. Paolo Ferrara: “Nell’avviso di “saldo TARES anno 2013” recapitato ai contribuenti reggini vengono citate le deliberazioni 223 e 224 del 26.11.2013 con le quali la Commissione straordinaria ha approvato le tariffe relative alla TARES e il relativo regolamento per l’istituzione e l’applicazione del tributo. Dopo un’accurata ricerca sul sito del comune di Reggio Calabria è stato possibile visionare tali delibere  provviste di tabelle di calcolo illeggibili, incomplete e ricche di grossolani errori, tra i quali anche l’errata procedura di copia/incolla da un foglio di calcolo Excel che rendono così le tabelle incomplete e inutilizzabili.Tali errori non consentono neppure ad un professionista specializzato di effettuare le corrette procedure di calcolo per la determinazione del valore del tributo dovuto. In particolare nelle tabelle della deliberazione n. 224 “Approvazione Piano Economico Finanziario anno 2013 – TARES” gli errori grossolani impediscono la lettura delle variazioni in percentuale che consentirebbero le riduzioni del pagamento dei tributi, così come previsto nei 47 comma dell’articolo 14 del Decreto Legge n.201 del 6 dicembre 2011. L’inesistenza di questi valori annulla totalmente qualsivoglia forma di riduzione a danno dei poveri contribuenti che si vedono recapitare tributi con l’aliquota massima”. Analizzando la deliberazione n. 224 “Regolamento per la disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi – TARES” in particolare al TITOLO VI – Dichiarazione, accertamento e riscossione, l’articolo 37 “riscossione” al comma 1 indica che “… suddividendo l’ammontare complessivo in quattro rate, scadenti ad aprile, maggio, agosto e ottobre, con facoltà di effettuare il pagamento in unica soluzione entro il mese di ottobre di ciascun anno”. Guarda caso siamo a dicembre (e non ottobre) e le rate previste nell’anno 2013 sono state in tutto 3 (e non quattro come previsto)!!! Eppure in calce delle deliberazioni n. 223 e 224 del 26.11.2013 viene riporta la dicitura “letto, approvato e sottoscritto” dalla Commissione straordinaria, dal Segretario Generale, con anche “parere favorevole” espresso dai responsabili di settore in merito alla regolarità tecnica e contabile ai sensi dell’art. 49 del T.U. 18.08.2000 n.267”. Ferrara prosegue: L’avviso di “saldo TARES anno 2013” recapitato a mezzo di posta ordinaria a pochi contribuenti reggini, inoltre non è conforme alla Legge n. 212 del 27 luglio 2000 “Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente” in quanto viola in modo grave l’articolo 2 “chiarezza e trasparenza delle disposizioni tributarie”, l’articolo 5 “informazione del contribuente”, l’articolo 6 “conoscenza degli atti e semplificazione”, l’articolo 7 “chiarezza e motivazione degli atti”. È da sottolineare anche l’incapacità gestionale di un’amministrazione oramai allo sbando, che pretende dal contribuente, come indicato nell’avviso recapitato, di ottenere il pagamento mediante un’unica soluzione senza in alcun modo prevedere la facoltà di rateizzazione degli oneri dovuti, violando ancora una volta principi giuridici di base oramai consolidati. Tali difformità non consentono al contribuente di conoscere in modo chiaro, corretto e dettagliato la rendicontazione dei tributi dovuti, rendendo incomprensibile qualsivoglia forma di apprendimento. A peggiorare la situazione è l’incapacità di calcolo degli importi dovuti. Tali limitazioni rendono illegittimo l’avviso recapitato ai contribuenti. Si chiede, pertanto, l’immediato annullamento della comunicazione e la programmazione di un Piano Tecnico necessario alla rimodulazione delle tariffe che consentano le possibili riduzioni del pagamento dei tributi, così come previsto nei 47 comma dell’articolo 14 del Decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011. In caso contrario con il Movimento Liberi di Ricominciare siamo pronti a scendere in piazza a difendere i nostri diritti e a far capire a chi oggi non è capace di ascoltare che a pagare non può essere sempre il cittadino. Scenderemo in piazza a raccogliere le adesioni necessarie a costituire una class-action per l’annullamento in autotutela dell’avviso di saldo TARES 2013, segnalando per i motivi descritti i Commissari alla Corte dei Conti, in quanto, col loro atteggiamento arrogante e privo di qualsivoglia democrazia, arrecheranno un grande danno erariale all’ente già vissuto negli anni precedenti con i photored.

 

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Reggio di Calabria: Forza Italia, il Presidente Brunetta interviene al convegno promosso dai forzisti reggini

(167) Stop al provvedimento del Governo sulle Province. Forza Italia dice no all’ennesima legge – truffa che di fatto ha il solo obiettivo di favorire la sinistra. E il 28 maggio sarà election day anche per le Politiche.

 

Questi in sintesi i contenuti della telefonata del Presidente del Gruppo dei deputati FI Renato Brunetta offerti alla platea gremita dei berluscones riuniti a Reggio Calabria. Inaspettato e graditissimo l’intervento dell’on. Brunetta a conclusione di un intenso incontro promosso da Forza Italia sui temi di Lavoro, Legalità, Libertà che ha visto come promotori e protagonisti del dibattito Nino Foti, componente delle direzione nazionale; Domenico Scilipoti, senatore della Repubblica Italiana; Giuseppe Raffa, Presidente Provincia e Alessandro Nicolò, Vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria. Ad intervenire, inoltre: Antonio Eroi, Presidente del Consiglio Provinciale; Francesco Maria Cananzi, capogruppo provinciale FI; Roy Biasi, già Coordinatore Provinciale PDL e Antonio Pizzimenti, già Vice Coordinatore Vicario PDL Grande Città.  L’incontro è stato moderato dal giornalista reggino Saro Lombardo. Un incontro in clima prenatalizio ma non per questo affetto dal cieco buonismo. Un momento di riflessione reale e concreto nel corso del quale sono emerse in tutta la loro drammatica evidenza la persistenza, quasi ormai atavica, di problematiche rimaste a tutt’oggi irrisolte. Mancano pochi giorni alla fine dell’anno –  come evidenziato da Nino Foti nel suo intervento –  chissà se il Presidente dell’Anas con i primi di gennaio 2014 tornerà in Calabria a chiedere scusa ai calabresi per le bugie che va ripetendo sulla fine dei lavori di ammodernamento sull’A3. Ma non dovevano essere terminati a fine 2013? Che fine hanno fatto tutti i cori di giubilo ed i codazzi di consiglieri e assessori regionali pronti ad applaudire e sostenere simili bugie? E intanto le strade della Calabria sono sempre di più un colabrodo e in questa Regione si procede su una sola corsia … Come si può pensare al Natale ed essere sereni pensando a quanti ogni giorno in questa regione perdono il proprio posto di lavoro, a quanti giovani ormai rassegnati sebbene preparati ed onesti non si cimentano nemmeno più alla ricerca della loro prima occupazione, a quanti ancora oggi purtroppo sono costretti ad emigrare lontano. Forza Italia è dalla parte di queste persone e se la loro difesa significa opporsi al non governo, ebbene statene certi che saremo pronti a rinunciare a qualche poltrona per essere liberi di denunciare in modo forte e chiaro le cose che non vanno, per proporre soluzioni e per condurre queste battaglie politiche. Questo è il nostro augurio per il nuovo anno. Molti i temi trattati e gli argomenti approfonditi come validi spunti di riflessione da cui riparte Forza Italia che in Calabria intende essere un alleato leale ma giustamente rispettato da parte del Governo Regionale, come chiarito dallo stesso Nicolò nel suo intervento. Forza Italia è un grande partito, aperto ed inclusivo, pronto alle sfide più ardue. Non di ritorno al passato si deve parlare – come sottolineato dal Presidente Raffa nel suo applauditissimo intervento-  semmai di ripartenza con nuovi spunti e nuovi entusiasmi da parte di un partito che ha il protagonismo politico nel suo DNA e che è forte di tante esperienze amministrative che vedono nei suoi eletti a tutti i livelli motivo di qualità per l’azione politica che anche in Calabria Forza Italia porterà avanti. E se le cose non vanno evidentemente non si può pensare di continuare a governare il territorio “andando a Roma con il cappello in mano” ma è da qui, dal basso, dalla Calabria che devono nascere le soluzioni ai nostri problemi frutto di condivisione, sinergia e collaborazione. E Noi di Forza Italia siamo certamente pronti a fare la nostra parte. Il convegno finisce verso le 20.00 mentre ancora in aula a Montecitorio si discute e si voterà fino a tarda notte il provvedimento sul riordino delle Province. Come anticipato dal capogruppo Brunetta i deputati di Forza Italia lasceranno l’aula e in segno di protesta non parteciperanno al voto. Alla fine il disegno di legge sulle province viene approvato con i voti della sola maggioranza alla Camera. “Questa nuova legge – come poi dichiarato dallo stesso Brunetta – non abolisce le province, ma crea enti di secondo livello: di fatto ‘trasforma’ le province in ‘enti di area vasta’, li sottrae alla rappresentanza democratica, escludendo ogni tipo di elezione diretta, con l’obiettivo di rendere le nuove province e le nuove città metropolitane assemblee monocolore di sinistra”. Ed intanto la Provincia di Reggio Calabria, destinata a diventare Città Metropolitana, non verrà sciolta ed i suoi organi rimarranno in carica fino a scadenza naturale nel 2016.

 

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Aeroporto dello Stretto: prossima la ripresa del pagamento degli stipendi grazie all’impegno della Provincia. Il CdA SoGAS “Lavoratori non abbandonati“

(165) Il Consiglio di Amministrazione della Società di Gestione dell’Aeroporto dello Stretto riconosce i sacrifici e la particolare situazione di difficoltà che stanno vivendo tutti i dipendenti di Sogas e Sogas Service comprese le loro famiglie che, però, non si devono sentire abbandonate o senza speranza. Non è così.

 

Abbiamo sempre detto la verità, sia in occasione degli ultimi incontri con le rappresentanze sindacali, sia in altri recenti momenti di incontro con i lavoratori, soprattutto quando abbiamo inteso rassicurare quanti giustamente paventavano il peggio in ordine alla prossima e sicura ripresa dei pagamenti degli stipendi, che ci sarà. Questo Consiglio di Amministrazione certamente non è né lieto né sereno affatto che, proprio alla vigilia del Natale, ci si debba ritrovare ad affrontare il serio problema del pagamento degli stipendi.  Questo al di là di quanto possano pensare ed esprimere nella loro nota stampa le anonime “maestranze” Sogas e Sogas Service autori del comunicato. Se di maestranze trattasi… Senza dubbio è giusto evidenziare i propri diritti. È giusto anche confrontarsi, magari aspramente. Ma ritengo ci sia modo e modo di farlo. Questione di stile e di educazione. Capisco il disagio e comprendo le difficoltà e sono, tutto sommato, ancora convinto – dichiara Porcino – che la stragrande maggioranza del personale occupato in Sogas e Sogas Service sia costituito da gente perbene e onesta, educata e con dei principi e valori di vita che non credo affatto possano riconoscersi in simili “maestranze”. Li invito a non farsi strumentalizzare identificandosi in questo modo di comportarsi e di esternare così il proprio pensiero dichiarazioni che sinceramente fanno percepire un malessere interiore ed un disagio personale, che proviene da parte di chi se ne rende autore e che va sicuramente oltre il problema del mancato percepimento degli stipendi. Sebbene quest’ultimo sia forse in questo momento il problema più evidente, di questo siamo consapevoli e responsabilmente ci sentiamo impegnati. Proprio per questo, nelle ultime settimane, abbiamo intensificato i nostri incontri presso le sedi dei nostri soci. Un forcing niente affatto necessario se per tempo fosse stato preso in seria considerazione il nostro grido di allarme. Giorni intensi nei quali ci siamo spesi cercando di recuperare in extremis quanto ci occorre, individuando anche delle soluzioni che certamente non risolveranno definitivamente il problema ma che, quantomeno, ci consentiranno la ripresa del pagamento degli stipendi ai dipendenti di Sogas e Sogas Service. A tal proposito, non posso che ringraziare a nome del Consiglio di Amministrazione che rappresento – dichiara Porcino –  il Presidente Dott. Giuseppe Raffa e l’intera Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria per essersi rivelati ancora una volta sensibili e attenti alle istanze della Società di Gestione e per avere concretamente inteso accelerare alcuni iter deliberativi che a fronte di servizi che Sogas si è impegnata ad erogare apporteranno un po’ di risorse utili a coprire almeno in parte i ritardi accumulati sugli stipendi.  Su questo punto va chiarito che, a dire il vero, questo Consiglio di Amministrazione già da tempo, dal mese di Maggio, ha evidenziato a più riprese e presso tutte le sedi opportune, presso gli Enti Soci, informando le rappresentanze sindacali e sugli organi di informazione, l’esistenza di evidenti carenze di liquidità corrente e flussi di cassa costanti e certi che garantissero il regolare pagamento degli stipendi ai nostri dipendenti. Ma da cosa dipende? Certamente dai pesanti debiti del passato che ci rendono oggi la vita particolarmente difficile. Quasi sicuramente dalla generalizzata flessione negativa dell’intero comparto aereo. In particolare poi da Alitalia che rappresenta il 96% del traffico aereo sullo scalo ed è naturale che la situazione di crisi della ormai ex compagnia di bandiera, che prima pagava puntualmente ogni mese, ha provocato seri ritardi sui pagamenti spettanti a Sogas necessari per garantire l’equilibrio finanziario dell’azienda ma soprattutto per avere quella liquidità occorrente a pagare gli stipendi. Speriamo con tutto il cuore in una ripresa ed in un rilancio e ulteriore consolidamento della presenza futura di Alitalia presso il nostro Aeroporto. Stiamo appunto lavorando in questa direzione. A ciò si aggiunga la non facile situazione economica del secondo vettore operante presso lo scalo che è Blu Panorama Airlines da oltre un anno in concordato preventivo fallimentare. I più attenti ricorderanno che proprio questo Consiglio di Amministrazione venne “brutalmente” bersagliato da un fuoco di fila e da comunicati copia e incolla da parte di alcuni consiglieri regionali: eravamo rei di avere evidenziato e preteso i nostri crediti ed allora, era Dicembre dello scorso anno, molti dei principali attori politici regionali non esitarono a garantirci a mezzo stampa che Blu Panorama da lì in avanti avrebbe pagato tutto il corrente a Sogas in modo puntuale senza incrementare altri debiti. Cosa che purtroppo poi non è accaduta. Ci ritroviamo a distanza di un anno con circa nuovi 200 mila euro di crediti maturati e maturandi che Sogas può ancora vantare verso questa compagnia che, come ultimo pagamento dell’anno si è presentata niente di meno che con un bonifico di soli 12 mila euro!!! Siamo all’assurdo.  E oggi cosa hanno da dire quegli stessi soggetti? Per non ricordare poi l’ultimo spiacevole episodio che ha visto una scolaresca reggina essere invitata dall’Assessorato Regionale alla Cultura a provare l’emozione del primo volo in aereo offrendo loro un bel viaggio premio. Fin qui tutto meritorio e perfetto. Salvo poi dover amaramente constatare che questi bambini per fare questa esperienza non sono rimasti nella loro città bensì sono stati trasportati in bus fino a Lamezia. Ma che insegnamento diamo ai nostri figli? E, ancora peggio, basti considerare che si è trattato di un viaggio premio a Roma, non di chissà verso quale capitale d’Europa o metà esotica non raggiunta dal nostro scalo. Ma per far volare per la prima volta nella Capitale dei piccoli bimbi reggini era proprio necessario usare il volo inaugurale di Ryan Air da Lamezia? Perché a questi bambini non viene insegnato che anche nella loro città, a soli due o tre chilometri dalla loro scuola, esiste un Aeroporto perfettamente funzionante che può offrire loro la possibilità di spostarsi, muoversi, volare in aereo? Non ci pare che in questa vicenda l’Assessorato Regionale alla Cultura abbia brillato affatto dal punto di vista del valore educativo e  della formazione di una coscienza civica consapevole per queste future generazioni. Ma capita anche questo.. E siamo di nuovo all’assurdo. Questo è quanto il Consiglio di Amministrazione della Società di Gestione sentiva il dovere di rappresentare nel rispetto dei tanti lavoratori onesti e di tutti gli operatori aeroportuali che ogni santo giorno si impegnano per garantire a tutti noi, bambini della Telesio compresi, che Reggio Calabria esista e sia perfettamente funzionale un aeroporto, l’Aeroporto dello Stretto.

 

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