A Reggio Calabria il record dei parti cesarei

altaltBen oltre 4.000 anni di storia che ruotano attorno alla figura della “Levatrice” sembrano destinati a non lasciare traccia a futura memoria. Ed è proprio Reggio Calabria a riscrivere la storia, diventando capitale mondiale dei parti cesarei con un tasso del 65%, quasi il doppio di quello nazionale. Questi i dati diffusi dall’Ansa sulla base di una ricerca condotta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema sanitario nazionale. Una figura, quella della levatrice, di cui per primi hanno lasciato traccia i Sumeri attraverso diverse tavolette con incisioni di parti gestiti esclusivamente dalla donna. Prima di essere scalzata via dall’arte ostetrica intorno al 1500, la levatrice, che non era un medico, possedeva però in via esclusiva un sapere trasmesso da donna a donna.

Come per esempio, quello di portare solitamente l’unghia del mignolo lunga e affilata per poter tagliare la placenta e permettere al bambino di uscire. Un metodo del tutto naturale del parto, senza la necessità di strumenti chirurgici. Difatti, già dai tempi di Ippocrate (460 a.c.), l’aspetto medico del parto si basava più che altro su aspetti teorici. Non a caso i primi testi di ostetricia furono scritti da medici che in realtà non si occupavano materialmente della nascita dei bambini. L’evoluzione e il mutare di fattori economici e sociali, l’aumentare dell’età materna e lo svilupparsi di una moderna medicina fetale e neonatale, hanno fatto sì che il parto cesareo diventi tutt’oggi la strada principale al parto.

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Meeting della Gioventù, Scopelliti “cultura della legalità e giovani risorse per la Calabria”

altaltalt“I giovani calabresi come risorsa attiva per lo sviluppo di questa terra, vittima del dissesto idrogeologico, malasanità e criminalità organizzata”. Con una frase che sa di prologo di un progresso strutturale, economico e sociale della Calabria, il candidato alla Presidenza della Regione alle prossime elezioni, Giuseppe Scopelliti, ha dato il via ufficiale  alla campagna elettorale e lo ha voluto fare dinanzi a oltre 5.000 giovani di ogni età al “Meeting della Gioventù”, svoltosi questa mattina nei locali del Centro Agroalimentare di Lamezia Terme. Un evento, il progetto di rinascita regionale proposto dall’attuale sindaco reggino, atteso da tempo dall’intero popolo calabrese. Cinque province dirette all’unisono verso il centro lametino, letteralmente invaso con oltre ottanta pullman e centinaia di mezzi privati sin dalle prime ore del mattino. Due sale con maxi schermo, più la sala principale, gremite fino all’inverosimile e numerosi ragazzi rimasti a seguire dall’esterno un appuntamento che rappresenta per molti una speranza di rinnovamento. 

E proprio su di loro, Giuseppe Scopelliti, il più giovane del PdL candidato alle regionali, ha voluto impostare il futuro della Calabria. Come ogni incontro con i giovani che si rispetti, la dinamicità comica di artisti reggini ha fatto da apripista al Meeting con le esibizioni di satira politica del duo Misefari e Battaglia; seguiti dall’eccellente interpretazione di diversi personaggi politici messa in scena da Pasquale Caprì e Gennaro Calabrese. Una satira che, nella seconda parte della mattinata, ha lasciato il posto ad un’analisi delle problematiche reali che attanagliano l’intera regione. Dopo un breve intervento di alcuni ragazzi del vivaio pidiellino, che andranno consolidare dell’entourage del candidato Governatore, l’attenzione della sala si è concentrata, fra il clamore crescente, nei punti programmatici passati in rassegna da Scopelliti. Particolarmente critica la sua posizione riguardo l’assenza di attivismo dell’attuale classe politica nei confronti di un piano concreto di sviluppo regionale. “La Regione non ha saputo sfruttare le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea riuscendo a spendere soltanto il 5% dei fondi previsti. Una politica delle emergenze che da cinque anni arranca sul dissesto idrogeologico e su una sanità divenuta ormai tristemente famosa in tutta Italia”. L’analisi del candidato Governatore si è poi spostata sul metodo clientelare posto in essere dalla Giunta Loiero in vista delle prossime elezioni, con la pubblicazione di numerosi bandi probabilmente indirizzati alla ricerca di sostegno elettorale. “Attraverso le promesse di un posto all’Arpacal e nelle Aziende sanitarie – ha chiosato Scopelliti – pensano di porre in essere un metodo contrattuale per parlare con i giovani, ma solo una cultura basata sulla meritocrazia abolirà una logica clientelare e assistenziale. Si deve impedire che ogni anno partano migliaia di giovani calabresi verso il Nord; perché proprio queste grandi professionalità rappresentano il motore nella rivoluzione burocratica”. Un programma, quello esposto dal candidato alla Presidenza della Regione, che ha abbracciato anche proposte di sviluppo infrastrutturale e di utilizzo di Programmi Operativi Regionali rivolti ad una tangibile fase di sviluppo. Occupazione, legalità e buona amministrazione hanno rappresentato la fase conclusiva dell’esposizione di Giuseppe Scopelliti, incentrata ancora una volta sul proficuo investimento nelle risorse giovanili. “E’ fondamentale creare occupazione che vada oltre il precariato, ma ciò sarà possibile soltanto attraverso una forte crescita culturale impostata sul concetto di legalità. Un’aggregazione mirata alla formazione preventiva, coinvolgendo scuole, università e luoghi sociali, fornendo alle giovani leve riferimenti nuovi e strategici. Tutto questo senza fare alcuna discriminazione, poiché, non siamo interessati né al colore politico né alla fascia sociale, ma esclusivamente al contenuto delle idee. Ci teniamo a far nascere un sentimento comune fra i giovani, quello di sentirsi orgogliosi di essere calabresi”. Un’attenzione particolare è stata poi rivolta da Giuseppe Scopelliti, al problema della criminalità organizzata, considerata ostacolo del progresso regionale. “La ‘ndrangheta costituisce un freno per lo sviluppo economico e sociale. E il primo passo per contrastarla risiede ancora una volta nella cultura e nella formazione di giovani che devono sentirsi protagonisti della crescita di questa terra, per non finire nella spirale della criminalità organizzata”. Tra gli applausi scroscianti, dentro e fuori la struttura, il candidato alle regionali ha lanciato, a conclusione del suo intervento, un invito a rompere con il passato, aprendo una nuova fase che vede una comunità in cammino fatta di nuove generazioni che saranno il motore del futuro della Calabria e la classe dirigente del domani.

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Il Consiglio dei Ministri a Reggio Calabria

altaltaltaltLa Prefettura di Reggio Calabria (nella foto) è stata oggi, in via del tutto eccezionale, la sede pro-tempore del Consiglio dei Ministri (nella foto il tavolo dei lavori). La straordinarietà dell’evento è giustificata dalla volontà del Governo di tenere alta l’attenzione sulla difficile situazione calabrese determinatasi a seguito dei recenti fatti accaduti in città e in provincia dall’inizio dell’anno. Già da diversi giorni è stato messo in moto l’apparato di sicurezza per predisporre le misure necessarie a garantire l’ordine pubblico e la prevenzione di possibili attentati, soprattutto dopo quanto accaduto giovedì scorso nei pressi dell’aeroporto in occasione della visita del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e del Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. La città è stata praticamente blindata: elicotteri delle forze armate hanno sorvolato costantemente lo spazio aereo del centro storico; controllati e saldati col piombo i tombini (nella foto) disseminati lungo il tragitto percorso dai ministri; a partire dalle 14 di ieri pomeriggio diverse strade sono state chiuse al traffico e vietate al parcheggio.

Un altro aspetto che la Prefettura ha curato con particolare attenzione è quello legato al cerimoniale. Per lo svolgimento della riunione è stata predisposta una stanza al secondo piano dell’edificio, su modello della sala utilizzata dai ministri a Palazzo Chigi (nella foto). Un’altra sala è stata allestita per la conferenza stampa che Berlusconi ed i ministri hanno tenuto al termine della seduta. Durante la riunione è stato presentato un programma articolato in dieci punti per il varo del Piano straordinario di contrasto della criminalità organizzata. Il provvedimento porta la firma dei ministri dell'Interno e della Giustizia, Roberto Maroni e Angelino Alfano, che hanno lavorato in questi mesi alle misure. Nel piano è stata decretata  l’istituzione di un Testo Unico antimafia, che raccolga tutte le leggi in vigore a tutt’oggi in materia. Un modo per razionalizzare l’enorme mole di provvedimenti presenti nella legislazione nazionale.  Inoltre, nei codici comparirà la parola ‘ndrangheta, finora non contemplata dalle norme approvate. Tutte le misure previste verranno finanziate dal F.U.G. (Fondo Unico della Giustizia), alimentato dalle risorse sottratte alla mafia. Attualmente questo Fondo dispone di un miliardo e 600 milioni di euro. Fulcro del piano è la creazione, nella nostra città, dell’Agenzia Nazionale per la gestione dei beni confiscati al crimine organizzato. L’amministrazione comunale è stata incaricata dal Governo a reperire la sede. Il Sindaco Giuseppe Scopelliti ha già fornito l’indicazione di un immobile di proprietà del Comune, che ospiterà l’Agenzia. “Entro 15 giorni  – ha affermato il ministro Maroni – potrebbe avvenire l’insediamento”. Sarà comunque il Governo a decidere in merito, tenuto conto che l’Agenzia dovrebbe operare nella cosiddetta “area cablata” servita dalla rete tecnologica di sicurezza, per evidenti ragioni precauzionali. Non mancheranno inoltre una serie di misure organizzative per potenziare ed ottimizzare l’attività delle forze dell’ordine sul territorio, evitando sovrapposizioni e sprechi di risorse tramite la creazione di una mappa nazionale delle organizzazioni criminali e l’istituzione di un sistema di informazione sui clan attraverso un desk interforze. Il Governo attuerà anche nuove misure di contrasto all’ecomafia ed altre a sostegno delle vittime del racket e dell’usura. Verrà altresì potenziata l’azione antimafia nel settore degli appalti pubblici. Il decimo punto è stato inserito su proposta del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, e prevede un rafforzamento del contrasto al lavoro nero, soprattutto nelle Mezzogiorno d’Italia. L’istituzione dell’Agenzia e l’introduzione del lemma ‘ndrangheta nei codici, peraltro, sono dei provvedimenti che saranno operativi da subito, essendo stati approvati dal CdM tramite Decreto Legge. Per gli altri, invece, si ricorrerà allo strumento del disegno di legge. Il Governo, in tal modo, intende dare un segnale forte nella lotta al crimine, consentendo tra l’altro tempi più rapidi tra la confisca dei beni e la loro assegnazione per fini di utilità sociale. Nel pomeriggio, infine, il Premier accompagnato dal sindaco Scopelliti ha inaugurato il nuovo centro di gestione del sistema idrico cittadino situato in via Eremo Condera.  Al riguardo, il Capo del Governo ha assicurato che “si tratta di un impianto molto funzionale in grado di garantire il corretto funzionamento della rete idrica che in caso di guasti in qualsiasi momento potrà essere riparata”.

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Reggio Calabria: bomba davanti alla Procura Generale

La bomba fatta esplodere davanti alla Procura generale di Reggio Calabria (nella foto) sarebbe il frutto di una ''decisione condivisa" da buona parte delle cosche più importanti della 'ndrangheta. E' questa una delle ipotesi, secondo quanto si apprende, su cui si starebbero concentrando inquirenti ed investigatori che stanno indagando per accertare la matrice dell'attentato compiuto all'alba di ieri. Dagli elementi emersi finora e dall'analisi delle ultime operazioni di polizia che hanno colpito duramente le organizzazioni, non sarebbe comunque ancora stato possibile inquadrare al momento a quale cosca appartengano gli affiliati che hanno materialmente piazzato la bomba. Quel che sembra però emergere con certezza dalle analisi degli esperti, è che una decisione di questo tipo – con il duplice obiettivo di alzare il livello di scontro e di mandare un messaggio chiaro a magistrati ed investigatori – sia stata, sottolineano fonti investigative, "condivisa" dai vertici di diverse 'Ndrine.

Sia di quelle direttamente coinvolte nei procedimenti d'appello, sia di quelle che sono state duramente colpite dai sequestri e dalle confische, sia, infine, da quelle che non sono direttamente interessate dalle indagini della procura di Reggio Calabria ma che sarebbero state 'contattate' per avallare il progetto. Dalla targa dello scooter utilizzato dalle due persone che hanno compiuto ieri l'attentato alla Procura di Reggio Calabria non potranno venire indicazioni utili per accertare l'identità dei responsabili. La targa infatti era stata contraffatta per renderla illeggibile. I carabinieri stanno approfondendo, comunque, l'esame delle immagini alla ricerca di qualsiasi particolare. ''I criminali sono portati a pensare che nel processo d'appello le cose si sistemano, quando questo non avviene, quando anche qui si rendono conto che prendono bastonate, qualcuno può avere la tentazione di reagire". A parlare, in un'intervista a La Repubblica, è il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore di Landro, che sottolinea come nella sua Procura "si fanno i giochi nel merito, dopo c'é solo il giudizio di legittimità della Cassazione". Il procuratore fuga ogni dubbio sulla matrice dell'attentato: "per dimensioni, caratteristiche e per la professionalità degli attentatori – afferma – sulla matrice mafiosa non credo ci possano essere dubbi". L'attività della Procura di Reggio Calabria, spiega Di Landro, si concentra sui processi in grado di appello e sulla confisca dei beni, "su entrambi i fronti – aggiunge – ho impostato il lavoro con il massimo del rigore e del controllo". Forse, secondo Di Landro, "qualcuno si era illuso che tenessimo un profilo più basso". "Le cosche tradizionali si spartiscono il territorio con una capillarità impressionate" sottolinea il procuratore, al punto che è possibile identificare "il confine della giurisdizione tra due clan". L'attentato non frenerà l'attività, "le indagini vanno avanti con determinazione, i successi sono tangibili, la strada è lunga e difficile – conclude Di Landro – noi continuiamo a fare il nostro mestiere.

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IN.FORM.A., azienda speciale della Camera di Commercio di reggio Calabria, e “Applicazioni operative della gestione ambientale”

Si è concluso mercoledì 25 novembre, con il seminario dal titolo “Applicazioni operative della gestione ambientale”, il ciclo di incontri sull'ambiente e l'energia, promosso dall'Azienda Speciale IN.FORM.A.* della Camera di Commercio di Reggio Calabria, con il patrocinio dell'assessorato all'Ambiente della Provincia, che ha messo a disposizione la sede di via Sant'Anna II° Tronco ed un piccolo contributo economico, e con il supporto tecnico della Dintec Scrl (Consorzio per l'Innovazione Tecnologica). L'obiettivo di questa iniziativa, come ha affermato Antonino Tropea, rappresentante dell'Azienda  Speciale IN.FORM.A., è “sensibilizzare le imprese sull'importanza degli aspetti ambientali dell'energia nella gestione aziendale, per promuovere una crescita culturale ed ambientale delle imprese sul territorio”.

La Camera di Commercio inoltre si propone, in seguito al moltiplicarsi degli obblighi a carico delle aziende in materia ambientale, di fornire sia informazioni tecniche sulla normativa vigente sia strumenti concreti in termini di formazione e assistenza per mettere in regola le imprese. A questo scopo è stato istituito già da alcuni anni uno Sportello Ambiente, punto di riferimento sul territorio a disposizione delle PMI ( Piccole e Medie Imprese) reggine. Nel corso dell'ultimo incontro, è stato fornito alle aziende un quadro sui vantaggi e le opportunità economiche derivanti dall'applicazione degli strumenti volontari in materia ambientale, in particolare dell'EMAS, che, a differenza degli altri regolamenti dell'Unione Europea, non prevede sanzioni in caso di inosservanza, tuttavia, l'azienda che volontariamente decide di aderire, attraverso l'adozione di un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) che rende trasparenti gli aspetti ambientali della sua attività, acquista maggiore credibilità all'esterno. A questo proposito Tropea ha evidenziato che “c'è un'attenzione sempre maggiore da parte dei fornitori, degli enti pubblici ed anche dei consumatori nei confronti delle tematiche ambientali. Se l'impresa è etica ed è a norma dal punto di vista ambientale, possiede qualcosa in più. Il fornitore – ha continuato Tropea – saprà che si tratta di un soggetto affidabile, mentre il consumatore preferirà pagare un po' di più pur di avere questo tipo di garanzia”. Quindi, le tecnologie ambientali innovative, sviluppate in ambito europeo, non solo costituiscono uno strumento efficace per la tutela dell'ambiente, ma possono anche migliorare l'attività aziendale, a vantaggio del consumatore, incentivando l'innovazione e la competitività.

* La Camera di Commercio di Reggio Calabria ha istituito nel 1994 l'Azienda Speciale IN.FORM.A. – Informazione Formazione e Assistenza alle imprese – per fornire servizi di Informazione, Formazione ed Assistenza tecnica alle piccole e medie imprese calabresi, riguardo leggi regionali, nazionali e comunitarie, Innovazione Tecnologica e normative tecniche di tutti i settori. L’Azienda Speciale IN.FORM.A. persegue finalità di interesse pubblico senza scopi di lucro e la sua azione si inquadra nell’ambito dei fini di promozione dell’economia provinciale propri della Camera di Commercio. In questo contesto, supporta il sistema delle Piccole e Medie imprese offrendo servizi reali finalizzati al rafforzamento della posizione delle imprese sui mercati locali, nazionali ed internazionali.  Nel 1995 IN.FORM.A. ha realizzato per la Calabria il Progetto PRISMA per la "Selezione e diffusione dell'informazione e assistenza alle imprese in materia di normativa tecnica". Il progetto, finalizzato a promuovere la cultura ed i metodi della Qualità nella Piccola e Media Impresa delle zone di cui all'Ob. 1 della Comunità Europea, ha raggiunto in un anno di attività circa 330 aziende calabresi, anche grazie alla realizzazione di numerosi seminari su temi quali finanziamenti, qualità e certificazione. IN.FORM.A. è soggetto attuatore di una serie di progetti finalizzati a stimolare le PMI per accrescerne la competitività e la presenza sul mercato nazionale ed internazionale: molte imprese, infatti, pur fornendo eccellenti prodotti ed ottimi servizi, non sono ancora in grado di documentarne il livello qualitativo, di garantire la rispondenza alle prescrizioni normative e di utilizzare al meglio i risultati di ricerche sull'innovazione tecnologica. In quest’ottica, IN.FORM.A. ha attivato uno Sportello Informativo ad Indirizzo tecnologico ed altri servizi collegati, con lo scopo di fornire informazioni e assistenza in materia di: Innovazione e trasferimento tecnologico, Qualità, Sicurezza, Brevetti, Normativa tecnica, Ambiente. Per saperne di più, puoi consultare il sito di IN.FORM.A.

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Un pericolo che tutti corriamo: non essere soccorsi

altaltAccasciato per strada, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata in cerca di aria, così si è presentato Daphai Mohammed, marocchino di 53 anni, al personale della Croce Rossa che ieri sera, dopo 45 minuti di inutile attesa dell’autoambulanza del 118, lo ha soccorso nei pressi del museo nazionale della Magna Grecia, precisamente all’angolo tra via Demetrio Tripepi e via Domenico Romeo. Ad allertare i sanitari sono stati i vigili della polizia municipale, ai quali Mohammed con estremo sforzo ha consegnato un referto medico (rilasciato dall’Azienda Ospedaliera Piemonte di Messina) che evidenziava gravi problemi respiratori.

Vedendo che lo stato dell’extra-comunitario peggiorava ed i soccorritori non giungevano, i vigili hanno richiesto senza successo l’intervento di un’ambulanza privata per il trasporto del malato in ospedale, infine, l’arrivo dei volontari della Croce Rossa, ritardato peraltro da un errore nella comunicazione del luogo in cui si trovava Mohammed (via Roma invece di via Romeo). Insomma, numerosi “incidenti di percorso” che hanno tenuto con il fiato sospeso non solo Mohammed, che aveva ormai raggiunto uno stato di incoscienza a causa della mancanza di ossigeno, ma anche coloro che gli stavano intorno impotenti e sconcertati dalla lentezza del servizio di pronto intervento. Ma il calvario del marocchino non si è concluso una volta raggiunto il pronto soccorso degli Ospedali Riuniti. Infatti, Mohammed ha dovuto nuovamente aspettare di essere visitato. Un’attesa che avrebbe potuto facilmente essere fatale in altre circostanze e che deve preoccupare tutti quanti, dato che ieri è successo a Mohammed, oggi potrebbe accadere a chiunque di noi di avere bisogno di un’autoambulanza, che dovrebbe garantire sempre tempestività per non perdere la sua funzione. In ospedale il malessere di Mohammed, nonostante fosse attestato il suo problema polmonare, non è stato preso sul serio. Si è parlato di lui come di «un attore, abituato a fare certe scene». Ma che sia vero o no il fatto che quest’uomo non respirasse, questo episodio ha messo in luce un problema che noi tutti conosciamo ma che nessuno ancora ha risolto: l’insufficienza dei mezzi di soccorso. Deve forse morire qualcuno perché si faccia qualcosa di concreto per risolvere una situazione ancora più vergognosa ed inaccettabile in una città adesso “metropolitana”?

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Reggio Calabria: Waterfront

È stata siglata a Londra, nella sede dell’ambasciata italiana, la firma del contratto per l’affidamento della progettazione del Waterfront di Reggio Calabria. Presenti alla cerimonia, svoltasi il 5 febbraio scorso, il sindaco Giuseppe Scopelliti e gli architetti Zaha Hadid e Patrick Schumacher vincitori del concorso internazionale di progettazione indetto nel 2006 dall’amministrazione comunale. 

1 CONCETTO ARCHITETTONICO 
1.a Introduzione 
Lo scopo del nostro progetto è di realizzare due edifici simbolo che caratterizzino inequivocabilmente la città di Reggio Calabria come capitale culturale e futuro punto di confluenza tecnico-economico del bacino del mediterraneo.  Il progetto sfrutta le potenzialità uniche della localizzazione, lungo il braccio di mare che separa l’Italia continentale dalla Sicilia. Perfettamente visibili dalla costa opposta, landmark unici nel paesaggio, i due edifici saranno segnali inconfondibili per l’orientamento dal mare e da terra. 
2 MASTERPLAN DI COLLEGAMENTO 
2.a Localizzazione del Centro Polifunzionale 
il Centro Polifunzionale trae la sua forza dalla posizione, al centro di un sistema di circolazione estremamente complesso. Sebbene dislocato al di là della barriera ferroviaria, questo edificio è chiamato a realizzare un’importante continuità urbana con la città. Collegato alla Stazione ferroviaria, mediante sottopasso, il Centro Polifunzionale si attesta direttamente sul centro cittadino mediante un percorso aereo che lo collega direttamente alla Villa Comunale. Questo percorso sopraelevato di grande valore architettonico, studiato per abbattere ogni barriera architettonica e raggiungere comodamente il fronte mare offrendo viste appaganti sul paesaggio, raccoglie possibili visitatori lungo il percorso mediante risalite che lo collegano, oltre che alla piazza centrale del parco della villa, al marciapiedi in prossimità della Stazione.  Il centro Polifunzionale sarà inoltre un’importante stazione per le navette di collegamento veloce via mare. Secondo le previsioni del masterplan l’edificio si attesta su una darsena artificiale scavata per accogliere i motoscafi. Questo bacino artificiale, su cui si aprono le logge laterali degli auditorium, offre una straordinaria scenografia alla grande piazza coperta, luogo pubblico per eccellenza alla confluenza di tutti i collegamenti con la città, con la passeggiata e con i nuovi distretti turistico ricettivi a sud dell’impianto. La viabilità di piano, alle spalle del Centro Polifunzionale, è stata attentamente separata dai percorsi pedonali attraverso morbide articolazioni del landscape artificiale che confluisce verso la piazza centrale. La strada a bassa velocità avrà comunque un carattere panoramico e sarà integrata con i percorsi delle navette ecologiche.  Allo scopo di non interrompere il flusso pedonale dal lungomare verso i nuovi distretti turistico ricettivi, il piano terra dell’Edificio Polifunzionale è articolato in tre edifici diversi; in modo da suddividere il percorso pedonale che si sfrangia in una serie di strade pubbliche parzialmente coperte. La morfologia del terreno artificiale, integrata alla darsena di attracco dei motoscafi e alle tre emergenze architettoniche del Centro, innescano una dinamica di percorsi diversi che consentono di attraversare il grande spazio pubblico in modo sempre diverso. In questo modo l’architettura si rivela di volta in volta in modo imprevisto offrendo scorci panoramici inaspettati. 
2.b Localizzazione del Museo del Mediterraneo 
Il Museo del Mediterraneo è situato sul punto più esposto dell’area d’intervento; più in alto rispetto al distretto turistico ricettivo, nel punto più in vista del bacino del porto attuale.  Monumento alla grandiosità della cultura mediterranea e simbolo di Reggio Calabria, Il Museo del Mediterraneo si rivolge alla città offrendo i suoi fronti più belli al mare: verso la Sicilia ad ovest, e verso l’ingresso al porto turistico, sul lato nord- est. Ad ovest, il segnale unico dell’ingresso alla città dal mare, ad est e nord-est uno sfondo straordinario per tutto il bacino del porto. Questa posizione è ideale anche per tutte le vedute verso il porto dalla parte alta della città e perfettamente visibile anche all’ingresso in città da nord, sia dall’autostrada e che dalla ferrovia. La localizzazione del Museo, al confine con il porto turistico, garantisce la conclusione ideale della passeggiata urbana. Questa, attraverso il distretto turistico ricettivo nord in continuità con il lungomare attuale, si raccoglie sulle piazze pubbliche al di sotto del grande atrio d’ingresso e protette dai volumi del Museo. Questo sistema di piazze è un luogo ideale per lo svolgimento di attività all’aperto più o meno legate all’attività del museo, per eventi di vario genere e rappresentazioni. Questa scelta architettonica vuole garantire la migliore connessione tra il nuovo distretto ricettivo nord, la spiaggia in continuità urbana con la città, il lido comunale e gli alberghi attualmente in costruzione sul lungomare. Allo stesso tempo, però, consente di conservare il carattere e la scala urbana dell’attuale quartiere dei pescatori con una serie di locali, ristoranti ed attrezzature per il tempo libero di supporto alla spiaggia. Un altro aspetto importante di questa localizzazione risiede nella possibilità di salvaguardare il più possibile il carattere naturale della spiaggia intervenendo con strutture adeguate (attrezzature leggere per la balneazione, piccoli locali per il ristoro e un villaggio turistico alla confluenza delle fiumare).
3 MUSEO DEL MEDITERRANEO 
3.a Concetto architettonico e distribuzione 
La forma del museo del Mediterraneo è vagamente ispirata a quella di una stella marina. In particolare per la regolarità stereometrica dei raggi che si articolano a partire dal corpo centrale. Dal punto di vista distributivo questa caratteristica formale porta una serie di vantaggi. La pianta del livello 0.00(+5.00slm), ad esempio, tende ad attrarre lo spazio esterno in una serie di anse che, rivolte di volta in volta alla passeggiata, al distretto turistico e al porto, raccolgono naturalmente il flusso dei visitatori e della moltitudine della passeggiata accogliendolo in grandi piazze aperte al riparo del volume del museo. Questa peculiarità della forma, per la sua simmetria radiale, pur offrendo le caratteristiche di un organismo complesso, sempre diverso e in grado di offrire paesaggi interni nuovi e sorprendenti, garantisce una continua possibilità di orientamento, sia all’esterno che all’interno. Il percorso museale, in particolare, ne è particolarmente avvantaggiato, consentendo di organizzare un circuito espositivo chiaro ed esaustivo e in grado di raggiungere i diversi padiglioni e le funzioni accessorie in modo intuitivo. Un altro aspetto fondamentale dell’architettura del Museo del Mediterraneo è dato dal sistema di aperture a corte interne. Queste aperture coniche realizzate in cemento armato sono tracciate in modo organico sul poligono generativo della forma a stella e costituiscono un sistema strutturale fondamentale, riducendo le luci libere degli ampi spazi interni. Le corti interne portano la luce naturale dall’esterno illuminando le diverse aree funzionali che distribuite radialmente intorno ad esse. Allo stesso tempo queste aperture interne sono spazi per esposizioni all’aperto e importanti camini per il raffrescamento e la ventilazione naturale dell’edificio. 
3.b Laboratori per il Restauro 
I Laboratori per il Restauro sono stati organizzati in modo da essere parte integrante del museo e allo stesso tempo del tutto indipendenti. Ai Laboratori si accede dall’ingresso principale del museo attraverso il passaggio lungo la suggestiva ala per l’esposizione delle opere del laboratorio, oppure direttamente da fuori, tramite un accesso indipendente e comune all’archivio, situato nella grande piazza a sud. Da qui si accede ad una hall interna, in prossimità della corte sud. La parte specializzata dei laboratori è organizzata su due livelli, in parte intorno all’atrio sud da cui prendono luce e in parte affacciati sull’atrio dell’ala per le esposizioni del Laboratorio. 
3.c Archivio 
L’ingresso alla parte pubblica dell’archivio avviene dal livello 0.00(+5.00slm), in corrispondenza della hall centrale dei Laboratori di Restauro. Da qui si sale al primo livello, a quota +3.80(+8.80slm), dove si trovano le sale di consultazione pubbliche, mentre la parte inferiore è dedicata alla conservazione. 
3.d Acquario 
L’acquario è pensato come un ambiente indipendente rispetto al museo. Situato nel braccio più esterno, in corrispondenza della piazza a sud del museo, l’acquario rappresenta un’attrattiva di sicuro effetto sui visitatori, garantendo la costante presenza di pubblico e la migliore vitalità della piazza d’ingresso.  Il percorso dell’acquario parte dal livello 0.00 (+5.00slm) e sale a quota +3.80(+8.80slm), dove si congiunge con il percorso di collegamento con il museo. Da qui inizia la parte didattica dell’esposizione attraverso una successione di sale per la comunicazione, per le ricostruzioni multimediali, e per le vasche minori. Al temine di questo primo anello espositivo si scende di nuovo al piano terra e si inizia il percorso delle vasche che si conclude in prossimità del negozio/bookshop e della caffetteria. 
3.e Biblioteca 
La biblioteca è stata organizzata intorno alla grande corte ovest per le esposizioni all’aperto. La biblioteca si articola su due livelli: il piano terra, accessibile indipendentemente dalla Piazza nord, in prossimità dello shop e il livello intermedio a quota +4.50(+9.50slm). 
4 EDIFICIO POLIFUNZIONALE 
4.a Concetto architettonico e distribuzione 
Il centro polifunzionale è un complesso che si compone di tre edifici diversi articolati intorno ad una piazza centrale parzialmente coperta. L’idea alla base del progetto è quella di rendere questo edificio il più permeabile possibile rispetto al flusso della passeggiata. Il piano terra dell’edificio vuole essere una naturale estensione dello spazio pubblico del lungomare, in grado da adattarsi al mutare delle condizioni di utilizzo tra il giorno e la sera. 
4.b Collegamento in quota 
Al Centro Polifunzionale si può arrivare in diversi modi come già evidenziato nel paragrafo 2.1. Per chi arriva direttamente dalla Villa Comunale, tramite il ponte di collegamento sopra i binari, si offrono due possibilità: proseguire il percorso della passerella fino all livello 0.00 (+4.00slm), sbarcando al centro della piazza centrale coperta, oppure entrare in quota, all’interno dell’edificio nord, in corrispondenza del primo livello. 
4.c Edificio Nord 
Da questo ingresso a quota +4.32 (+8.32slm) si accede direttamente alla galleria commerciale attraverso la quale si può raggiungere livello inferiore tramite scala o rampa per disabili. Al primo livello si trovano la Palestra e i Laboratori per l’Artigianato. La galleria commerciale prosegue al livello inferiore terminando in uno spazio centrale comune al grande cinema da 2000mq. L’ingresso al cinema avviene dal lato ovest, vi si arriva percorrendo il fianco del grande spazio coperto, parallelamente alla loggia vetrata che si affaccia sulla darsena interna. Il foyer del cinema è aperto sul lato ovest per offrire una vista suggestiva sulla costa opposta. 
4.d Edificio Sud 
L’edificio sud del complesso ospita i tre auditorium. La disposizione di questi è tale che in caso di eventi eccezionali, mediante l’avvolgimento delle serrande di separazione, sia possibile aprire i fronti interni mettendo in comunicazione le tre sale. In questa particolare configurazione, l’edificio sud diventa un unico auditorium di grande capienza. Lo spazio centrale unificato offre caratteristiche uniche, per l’articolazione della copertura e per le aperture a nord e a sud che consentono viste sul mare, sulla darsena interna e sui volumi dell’edificio contrapposto. L’auditorium più grande dell’edificio sud condivide con il cinema l’affaccio sulla piazza coperta. Il gioco di affacci diversi sugli spazi interni consente ai visitatori di partecipare all’attività frenetica, e alla vitalità di tutto il complesso. 

(Da Archiportale www.archiportale.com)  

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Ridotta la pena ad uxoricida

Salvatore Condemi nel giugno del 2007 uccise l'ex moglie Paola Gangeri al culmine di una cruenta lite facendolo, perdipiù, sotto gli occhi atterriti della loro figlioletta. Nei giorni scorsi la Corte d'assise d'appello, presieduta da Pasquale Ippolito, accogliendo parzialmente le richieste dell'avvocato difensore Lorenzo Gatto, ha inflitto al Condemi la condanna a 12 anni riducendo così la precedente di 15 anni comminata in primo grado dal GUP Santo Melidona.

Il noto penalista, nelle motivazioni prodotte in appello, aveva chiesto il riconoscimento al proprio assistito dell'incapacità d'intendere e di volere al momento dell'efferato delitto ed, in subordine, che gli fossero riconosciute le attenuanti generiche. L'avvocato Gatto sosteneva infatti, che il Condemi era sotto l'effetto di quello che la psichiatria definisce con il termine "acting out" che scientificamente spiega l'incapacità del soggetto affetto di controllare le proprie azioni a seguito di un "buio cognitivo" che, in fase acuta di una particolare sofferenza, ha il sopravvento sullo stesso. Nel corso della prima udienza la Corte d'assise d'appello accoglieva le richieste difensive, nonostante il parere negativo del P.G. Di Landro e dell'avvocato di parte civile Polimeni, e nominva un collegio peritale per accertare se il Condemi fosse o meno in grado di intendere e di volere allorquando uccise l'ex moglie. Per i periti l'imputato, al momento del fatto, capace di intendere e di volere non lo era. La Corte, quindi, accogliendo la richiesta in subordine dell'avvocato Gatto, ha riconosciuto al Condemi le attenuanti generiche riducendo così la pena.

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Si costituisce Michele Labate

Presentandosi nella giornata di ieri presso il carcere romano di Rebibbia, è finita la biennale latitanza di Michele Labate (nella foto) elemento di peso dell'omonimo clan soprannominato dei "ti mangiu".

Sfuggito nel luglio del 2007 all'operazione "Gebbione" (dal nome del popoloso quartiere nella zona sud della città), anche per via di una presunta fuga di notizie sulle quali è stata poi aperta un'inchiesta, il fratello del ritenuto capo clan Pietro è considerato tra i più attivi della "famiglia" che controlla tutte le attività illecite nella popolosa zona cittadina a ridosso del centro storico. Secondo gli inquirenti la famiglia Labate è leader incontrastata nel "settore" delle estorsioni in un quartiere popoloso e ricco di qualunque genere di attività commerciali tra cui le O.Me.Ca. (Officine Meccaniche Calabresi) facenti capo alla Breda costruzioni ferroviarie sulle quali, inoltre, esercitava pressioni per condizionare le assunzioni del personale. Michele Labate era tra i 30 latitanti più pericolosi d'Italia.

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Reggio Calabria: anziano muore carbonizzato all’interno della sua auto

    Atroce fine di un uomo di 75 anni, Antonino Modafferi, ieri sera intorno alle 20 nella centralissima via Flippini. L'uomo, secondo le prime testimonianze, dopo aver riposto sul sedile passeggero delle buste e dell'acqua appena acquistate, si è portato sul lato guida della sua Opel.

E' qui che, secondo la ricostruzione dei fatti, ha perso i sensi in seguito ad un malre. Seppur cardiopatico, l'uomo non aveva mai smesso di fumare ed è stato proprio il suo vizio a rivelarsi fatale. Pare, infatti, che l'uomo stesse fumando mentre cercava di entrare in auto per poi ripartire. Cadendo privo di sensi, la sigaretta potrebbe aver dato fuoco alle buste di platica e, da lì, all'incendio che lo ha stretto in una morsa mortale carbonizzandolo. Difficile stabilire se l'uomo sia morto sul colpo, forse a causa di un infarto, o se fosse solo privo di sensi nel momento in cui è divampato l'incendio. Di certo le fiamme hanno fatto il resto non consentendo il benchè minimo tentativo di soccorso nonostante sul posto fossero giunti Carabinieri e Vigili del Fuoco.

   

 

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